Vanno alla grande le arance egiziane. Il piccolo calibro nel prodotto nazionale è svantaggiato, al contrario in quello nordafricano diventa un benefit perché si presta bene ad essere lavorato nelle macchine spremiagrumi sempre più diffuse in Italia. Il racconto di questa ascesa commerciale e culturale è di Salvatore Musso, imprenditore di Masterfruit Srl e grossista al mercato di Milano.
Il Valencia d’Egitto piace
“Entra nel vivo la stagione del prodotto egiziano che con la varietà Valencia comincia a ritagliarsi una fetta nei consumi italiani, soprattutto vengono richieste le arance di dimensioni più piccole in quanto più adatte per i succhi freschi, e quindi compatibili per dimensione con le tante macchine spremiagrumi sparpagliate ormai ovunque. Ogni autogrill, bar o attività similari ne ha una”. Una tendenza salutare spiega l’imprenditore. “Molti spremiagrumi si trovano all’ Università, negli ospedali, nei luoghi dove c’è permanenza. Un’alternativa alle bibite gasate, ci si lavora da tempo e gradualmente si è riusciti a creare questa nuova abitudine”.
Una tendenza soprattutto del nord, prezzo competitivo
Salvatore Musso indica le dinamiche geografiche del mercato: “Si è iniziato soprattutto nei mercati del nord, in questo momento al sud c’è ancora prodotto locale tardivo siciliano, calabrese, pugliese che sarà disponibile fino alla metà del mese prossimo”. Non ha concorrenza? “Quelle dall’Egitto rappresentano circa l’80/90% delle arance del nord Africa, poi c’è il prodotto del Marocco. Ma le egiziane sono più commercializzabili, negli anni hanno affinato la lavorazione. Le prime partite sono arrivate circa un mese fa, il prezzo è conveniente siamo sui 0,70/0,80 euro il chilo per scatole da 15 chili che vengono a costare circa 10/11 euro a cartone. I consumi si stanno facendo sempre più importanti”
E’ tempo di limoni da oltreoceano
Restiamo negli agrumi e l’imprenditore parla a myfruit.it di limoni: “Si registra l’ingresso delle prime partite da oltreoceano, parliamo di Argentina. Oggi abbiamo ancora prodotto spagnolo, ma siamo a fine stagione e si trova sotto l’euro (0,80/0,90). A livello nazionale ci sono le nicchie come Sorrento Igp, varietà pregiate che superano i 2 euro. Quello argentino quota 1,40/1,50 il chilo. Abbiamo ancora qualche settimana prima del passaggio tra Mediterraneo e oltreoceano e questa situazione persisterà fino a ottobre/novembre”.