Fragole con buoni prezzi, ma manca prodotto. Nei mercati all’ingrosso, con l’incubo zona rossa o arancione rafforzato, l’offerta di rosse spagnole e italiane non copre tutta la domanda e i prezzi restano sostenuti nonostante in alcune catene della Gdo si vendono a prezzi stracciati. Sul fronte arance la forbice di prezzo resta ampia a conferma di una gran quantità di prodotto a prezzi bassi, ma offre soddisfazioni il Tarocco extra. Ritocco del prezzo per i kiwi, tengono mele e pere, in aumento i pomodori, la qualità non perfetta dei carciofi italiani avvantaggia il violetto tunisino. Questo l’andamento di alcuni degli articoli dei mercati dove domina la sfiducia per il nuovo ciclo di chiusure per l’emergenza sanitaria che deprime ancora le vendite per il settore Horeca e dintorni.
Da Milano: “Manca oltre il 30% dal settore Horeca”
La città degli eventi, delle sfilate internazionali, delle fiere accusa più di altre città il crollo dei consumi fuori casa. Lo confermano le eccedenze boom registrate quest’anno, si sono triplicate, e le parole di Bruno Barcella rappresentante di Fedagro Milano: “Si va oltre il 30% di perdita e il problema è sempre quello: manca il mondo della ristorazione, le mense, gli eventi. Anche le riaperture parziali non sono state una svolta perché non hanno ripopolato la città”. Questo il quadro milanese dove “si è fermata una ruota che stava girando e portava gente da tutta Europa”.
Fragole: dalla Spagna manca la metà del prodotto
C’è richiesta e domanda, manca il prodotto e non solo. Barcella spiega la situazione: “Dalla Spagna per problemi climatici e di produzione si registra il 50% in meno di prodotto anche se stanno tenendo i prezzi abbastanza alti. Nonostante si vedano offerte di prezzo stracciato in altri canali. Un fenomeno che c’è sempre stato, ma quest’anno è duraturo. Questo fa scalpore se confrontato agli anni scorsi“.
E il prodotto italiano? “Non ci sono grandissime quantità, la Candonga dalla Basilicata va da 4,50 fino a 6 euro. Sono prezzi importanti”.
Prezzi con forbice ampia per le arance, ritocco kiwi, clementine da Israele
Sugli agrumi continua a pesare l’abbondanza di piccolo calibro, ma c’è movimento: “La forbice sul prezzo resta alta: da 0,60 a 2 euro per il Tarocco extra. C’è la volontà di dare una svola ai prezzi, ma con mille difficoltà”. Le clementine ormai sono solo d’importazione: “Da Israele arriva e va bene la varietà Orri che oscilla da 1,50 a 2 euro, poi diverse varietà dalla Spagna dove sempre la Orri quota da 1,50 a 2 euro e le altre da 1,20 e 1,50 euro”. Il kiwi? “Un lieve aumento, un ritocco che dipende dalla gestione degli stock del prodotto. Le mele tengono come le pere con prezzi importanti”.
Pomodori marocchini in aumento, male i carciofi, asparagi dal Messico
Il rappresentante dei grossisti milanesi fa una panoramica di stagione sugli ortaggi: “Un inverno senza infamia e senza lode, qualche spinta verso l’alto ma durata poco. Certo i peperoni hanno aumentato i prezzi, ma consideriamo sempre il periodo di produzione. Ora è aumentato il prezzo dei pomodori, parliamo di quello che si vende di più, siamo tra 1 e 1,10 euro a differenza di una campagna che è sempre stata tra 0,70 e 0,80 euro“.
I carciofi? “La produzione dalla Sardegna è agli sgoccioli e la qualità non eccelsa, gli asparagi sono soprattutto d’importazione con prodotto dal Messico. E’ in ritardo di 15 giorni anche la Spagna, si può dire che siamo ancora nel precoce e nella nicchia”.
Udine: bene le fragole dalla Basilicata e il Tarocco siciliano
Nel mercato di Udine myfruit.it incontra Giuseppe Pavan, presidente della Fedagro locale e vicepresidente dell’associazione nazionale, che scatta la fotografia del periodo: “L’andamento è decisamente sottotono. Alcuni prezzi buoni sono dovuti alla mancanza di prodotto. Si vendono le fragole della Basilicata e sono prezzi soddisfacenti, bene le varietà di fragole Matera e Rossetta da 4 ai 5 euro. Questa settimana in rialzo sopra i 5 euro perché manca prodotto”. La dinamica dei prezzi inizia a sorridere alle arance: “Il Tarocco siciliano offre prezzi soddisfacenti, ma c’è meno merce, con un prodotto tardivo molto buono e apprezzato dai consumatori. Poi sulle clementine ci sono varietà spagnole e l’Orri israeliana che sta andando bene e con un buon prezzo: dai 2,40 a 2,60 euro mentre la prima va da 1,80 a 2 euro”.
I kiwi? “Siamo al termine per la parte nazionale, abbiamo avuto un consumo costante. Un ritocco su partite extra, ma si vende molto bene anche la seconda scelta”.
Fermi gli ortaggi e la frutta esotica
Il rallentamento del settore Horeca nuoce alle vendite della frutta esotica: “Avocado, ananas via aerea, mango, papaya hanno il loro mercato ma sono in diminuzione le vendite per questi articoli richiesti in particolare da alcuni fruttivendoli”.
E sul fronte ortaggi? “Fermi sulla verdura. C’è più attenzione per i pomodori che fino a due settimane fa erano in flessione, poi è arrivato il bel tempo. Lavoriamo con il Pachino a 3,50 euro, il datterino oscilla da 3 a 3,50 euro e la varietà Maremagno da 2 ai 2,50 euro. Il grappolo nazionale parte da 1 e arriva a 1,30/1,40 euro”.
I carciofi da tutte le zone vocate presentano danni, nel mercato entra un prodotto non soddisfacente a livello qualitativo. Va bene il Violetto tunisino, che si è inserito bene da noi e oscilla da 0,40 a 0,50 euro”.
Infine capitolo asparagi: “Abbiamo prodotto locale anche se il mercato non sta rispondendo in maniera soddisfacente a causa dei problemi della chiusura dei locali. La qualità è molto buona, bene il bianco ma si fa fatica a tenere i prezzi dell’anno scorso e stare, quindi, sopra i 6 euro il chilo“.