E’ tempo di agrumi italiani. Che riempiono i banchi dei grossisti italiani: il prodotto è buono e spunta dei buoni prezzi. Si risveglia il pomodoro, causa carenza di merce anche a livello internazionale, seppure a Roma si assista a un’invasione di pomodoro albanese a 1 euro. Si valorizza anche l’uva che conquista margine dopo l’uscita di scena di tanto prodotto a basso costo mentre le zucchine tengono ancora un buon prezzo. Un mese di ottobre non esaltante, ma i consumi sono in media come negli anni scorsi.
A Bologna tanti agrumi e prezzo sostenuto per zucchine e pomodori
Ecco gli agrumi italiani, via il prodotto sudafricano e domina quello nazionale nonostante la presenza spagnola. Valentino Di Pisa, presidente nazionale Fedagro, fa il punto del mercato bolognese dove i consumi sono in media con quelli degli anni scorsi. “Sono iniziati gli agrumi italiani, ma c’è un buon quantitativo di prodotto spagnolo. I prezzi non sono esorbitanti per le clementine con una forbice ampia a seconda del calibro e della qualità da 0,90 fino a 2,20 euro. Ci sono anche le prime arance”. Ancora sul fronte frutta: “Le mele tutto sommato sono in bella vista, l’andamento è buono. Sulle pere abbiamo l’abate con una forbice di prezzo che oscilla da 1 a 1,80/2 euro, le previsioni erano ottimiste ma il quantitativo si è rilevato più scarso per per problemi di carattere qualitativo“. Di Pisa parla di rivalsa per il pomodoro: “Oggi in evidenza dopo aver sofferto per tanti mesi. Non c’è un prodotto eccezionale siamo tra la fine di Fondi e l’inizio della Sicilia. Il grappolo manca in Olanda e in Spagna”.
Spuntano una buona quotazione anche le zucchine: “Sono dieci giorni in continua ascesa, ma durerà poco perché poi inizia la produzione marocchina e spagnola”. In un momento così altalenante è difficile fare analisi: “Noi al mercato abbiamo sempre seguito tutte le procedure e non abbiamo avuto problemi con il Covid. Sicuramente con le chiusure anticipate si creano dei problemi negativi per le attività di ristorazione che si basano sulla socialità. Ci vorrebbe più equilibrio”.
A Verona buon momento per gli ortaggi
Su Verona parla Marco Benedetti, ispettore del mercato Verona: “La settimana è mediamente tranquilla, le zucchine si sono stabilizzate in retromarcia con punte che arrivano a 2,70 mentre quelle piccole raggiungono i 3,20 euro ma parliamo di piccole quantità. Un buon risveglio anche per i finocchi che ora toccano anche 1,70 e i pomodori con il grappolo olandese schizzato sui 2 euro perché manca prodotto in giro per il mondo”. Vediamo i prezzi: il ciliegino da 2,20 a 2,80, datterino da 3 a 3,80 e parliamo di prodotto siciliano. Sul fronte frutta, buone notizie per l’uva: “Sta finendo la merce di massa e dovrebbe aumentare il prodotto coperto, la qualità sta cambiando è il prezzo parte da 1,20 fino ai 2 euro“. Restiamo sulla frutta con i cachi: “C’è domanda, siamo in piena produzione ma per strada ha perso qualche centesimo di euro: questa settimana si parte da 1 euro e si arriva a 1,70. A Verona abbiamo prodotto locale e della Romagna. Sulle castagne si va dai 4 ai 4,50 euro. Per l’origine abbiamo Piemonte, Monte Amiata, Lazio, Campania ma c’è pure il nostro prodotto locale ovvero dalla Lessinia, in particolare da San Mauro di Saline, con diversi produttori e una cooperativa che lo vende lavorato in confezioni da un chilo. Infine, per la frutta, le mele hanno un po’ rallentato dopo un buon inizio.
A Roma invasione di pomodori albanesi
Nella tappa romana myfruit.it incontra Riccardo Pompei di Fedagro che conferma l’arrivo degli agrumi nazionali: “Le clementine, in particolare della Calabria, sono di buona qualità rispetto alla Spagna da dove il prodotto arriva molto asciutto e secco. Il prezzo si arriva a 180 invece quelle nazionali partono da 1,80 fino a 2.20. Abbiamo le arance spagnole, ma siamo in attesa, verso fine mese, dei nostri produttori”.
Sempre sul fronte della frutta, a Roma vanno bene i cachi: “Quello morbido italiano che quota da 1 a 150 mentre i cachi mela spagnoli fino a 1,80 mentre le castagne da 4 ai 5 euro con origine da Cuneo, Avellino e merce di importazione. C’ è una debole richiesta di mele e pere, stanno andando bene le mele Anurca con prezzi che oscillano da 1,70 a 2,20. Si vende bene l’uva da Puglia e Sicilia con un prodotto più valido e quotazioni migliori che arrivano a 1,80. Infine le ultime prugne a 1,50″. Anche a Roma le zucchine tengono un buon prezzo ovvero dai 2 euro a salire. Interessante la fotografia del pomodoro: “Il grappolo è praticamente scomparso e quel poco che c’è va da 1,80 a 2 euro mentre c’è una grandissima abbondanza di quello albanese a 1 euro. Le melanzane sono a 1,50 con le prime da serra; intorno a 1 euro quelle a campo aperto”. Siamo a Roma quindi si parla di carciofi con l’arrivo del violetto pugliese. Prezzo? “Da 0,60 a 0,70 euro a pezzo”.