Altro che dieta leggera a base di vegetali, la verdura non si vende nell’estate 2020. Questo il ritornello dei grossisti italiani, due settimane fa l’andamento drastico era soprattutto di zucchine e di pomodori stretti dalla concorrenza del prodotto dei Paesi Bassi, che lamentano prezzi in calo anche della metà rispetto agli anni scorsi. Poco interesse. Il motivo? Myfruit.it ha sentito i grossisti di Roma, Firenze, Verona e Torino che fanno sempre riferimento al movimento lento del settore turistico, limitato ai fine settimana, e al freno a mano tirato sui consumi fuori casa. La crisi del settore Horeca, anche se all’opposto tiene la frutta estiva.
Pompei da Roma: “Prezzi dimezzati”
Il nostro tour inizia dalla Capitale dove Riccardo Pompei, socio di Fedagro, parla di conti generali in linea con quelli dell’anno scorso, ma non per gli ortaggi: “Mancano all’appello pomodori, melanzane, zucchine con prezzi abbondantemente sotto, siamo a circa la metà della stagione precedente. Per questa merce registro poco entusiasmo e domanda. Si salva un po’ l’insalata, ma non esageriamo”. Brutto momento.
Tengono, invece, i colori della frutta estiva: “C’è domanda di pesche, pesche noci. Un buon finale per le albicocche che vanno dai 2 ai 3 euro il chilo, così come per le ciliegie dove siamo ai titoli di coda ma si continuano a vendere. C’è richiesta anche per i meloni, ma se sono buoni”. Chiudiamo il collegamento romano con l’uva: “Era partita benissimo con la Vittoria, ora abbiamo del prodotto verde che deprime le vendite. Il colore conta, soprattutto in un mercato come quello di Roma”.
Firenze: male verdura, pesche in recupero
Ci fermiamo a Firenze dove a soffrire il calo dei consumi è sempre la verdura che non trova abbastanza domanda e dei prezzi soddisfacenti. Tiene la frutta estiva. Albicocche e pesche ottengono maggiori quotazioni. “Sugli ortaggi continua l’andamento piatto, non c’è risveglio. Va un po’ meglio l’insalata rispetto a melanzane e peperoni”. Questo la fotografia di Aurelio Baccini, rappresentante Fedagro, che trova il conforto nella frutta: “In questo caso c’è il consumo e i prezzi sono un po’ salita. Per esempio le albicocche spuntano delle buone quotazioni con una forbice che va dai 2,50 ai 3,50 euro il chilo”. In ripresa anche le pesche: “Ottengono circa 0,20 euro in più e la forbice va da 1,50 a 2,20 euro il chilo mentre sui meloni gli estremi sono più lontani e si parte da 0,35 fino a 1,70 del prodotto extra. Più contenuto il differenziale delle angurie che vanno dagli 0,35 agli 0,70”. Calma piatta sul fronte turismo e consumi fuori casa: “Non sono ripartiti”.
Verona: “Gli ortaggi sono allo stato zero, fermo il pomodoro locale, tanta merce invenduta”
Saliamo ancora, ma l’Italia degli ortaggi resta in gran sofferenza. “Siamo allo stato zero, pochi scambi e tanta merce invenduta. Va un po’ meglio con l’insalata, ma il pomodoro è fermo”. Conferma che ci offre Marco Benedetti, ispettore al mercato di Verona: “Per la produzione locale, abbiamo quella in serra, con tondo, grappolo e cuore di bue, parliamo di circa 0,40 euro al chilo. In una zona vocata come la nostra la crisi si sente. Con le melanzane siamo sui 0,50/ 0,60 euro mentre di cetrioli non ce ne sono molti e non spuntano grossi prezzi, si va da 0,50 a 0,70 euro. Per non parlare delle zucchine”. Per fortuna c’è la frutta. “Finita la produzione veronese di ciliegie, viene qualcosa da Grecia, Turchia, Spagna con una forbice che va dai 3 ai 4,50 euro. Poi le Melinda dove si arriva ai 7 euro, ma sono quantità limitate”.
Un ‘altro prodotto che va sono le albicocche: “Partono da 1,20 fino ai 3 euro per le pezzature più grandi e si vedono scambi su pedane intere. Buoni risultati. Bene pure le nettarine che possono arrivare fino ai 2 euro. I meloni sono altalenanti da 0,60 a 0,80 euro: alcune partite sono verso l’euro sia lisci che retati. Il prodotto veronese è quasi alla fine, c’è sempre il mantovano e qualcosa dalla Toscana”. Infine a Verona c’è una certe attenzione estera, dai Paesi del Nord Europa: “In questo momento, per esempio, i tedeschi comprano le pesche”.
Pomodoro in crisi anche a Torino
Siamo all’ultima piazza in questa risalita per mercati ortofrutticoli. A Torino con Stefano Cavaglia, rappresentante di Fedagro, che conferma la stasi per gli ortaggi: “Si c’è questa situazione. In particolare vedo fermo il prezzo del pomodoro. C’è domanda ma pure un’offerta significativa con il prodotto locale o quello che arriva da Fondi”. Non è facile vendere tutto e a buon prezzo. Questo il messaggio dal capoluogo piemontese dove però si nota un recupero delle zucchine: “Già dalla settimana scorsa e ora un nuovo incremento e ci si avvicina anche all’euro”. Sulla frutta c’è domanda. Insomma, il quadro nazionale degli scambi e delle quotazioni nei mercati all’ingrosso vede una triste corrispondenza.