In sintesi

Agrumi: con i4Fruit la protezione di Arrigoni diventa digitale

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Autore Redazione

Gli agrotessili per arance, limoni, clementine e altri frutti si possono integrare con la sensoristica e ottenere massima produttività

La produzione di agrumi, a livello mondiale, si confronta con sfide sempre nuove. Basti considerare che, durante la campagna 2022/23, i quantitativi si sono attestati sui 47,5 milioni di tonnellate, con un 5% di calo rispetto all’annata precedente, a causa soprattutto delle condizioni meteo avverse. In alcune aree, Europa in primis, tale situazione ha fortemente compromesso le coltivazioni.

Sensori per aumentare la protezione

Arrigoni, che propone soluzioni specifiche per gli agrumi, vanta ora un plus ulteriore: la possibilità di digitalizzare tutti gli impianti, all’insegna dell’agricoltura 4.0, grazie alla rete d’imprese i4Fruit. Una rete di sensori si integra perfettamente con le protezioni fisiche assicurate ai frutteti, per rispondere a tutte le esigenze di sicurezza e di produttività del moderno agricoltore.

La protezione degli agrumi, in altri termini, da oggi è sempre più all’insegna della tecnologia, integrata con impianti funzionali per rispondere a una doppia esigenza: la necessità di una barriera fisica contro le avversità atmosferiche (grandine, brina, vento, etc.) e l’importanza, contestualmente, di programmare la migliore gestione agronomica del frutteto.

Parola all’esperto

“Molteplici – spiega Giuseppe Netti, agronomo di Arrigoni – sono le soluzioni proposte, a seconda delle caratteristiche dell’area geografica in cui ci si trova e dei terreni. Si va da Fructus 5/4 (antigrandine a giro inglese in monofilo di polietilene ad alta densità, con fattore di ombreggiamento dell’8%) a Scirocco 50 White (frangivento medio, anti brina, di colore bianco trasparente e con un ombreggiamento del 10%), da Iride Multi Pro (maglia raschel indemagliabile, bianco trasparente, con fattore di ombreggiamento dell’8%) a Libeccio 50 Transparent (frangivento medio, anti grandine e anti brina, di colore bianco trasparente, con fattore di ombreggiamento del 9%).

Tutte queste soluzioni possono essere implementate con un’adeguata strumentazione digitale, che permette al produttore non solo di assicurarsi una protezione da agenti atmosferici e insetti, ma anche di avere un controllo costante e ottimale del proprio frutteto, conoscendo sempre in tempo reale la situazione e potendo decidere quindi riguardo a quando, come e con cosa intervenire”.

Impianto 4.0 a difesa dei limoni

Non mancano già anche applicazioni pratiche che evidenziano la validità di tali soluzioni. Nelle scorse settimane, è stato presentato pubblicamente il nuovo impianto di protezione 4.0 presso l’azienda agrituristica Badiula di Carlentini (Siracusa), che ha scelto le protezioni Arrigoni integrate con sensoristica digitale per la propria produzione biologica di limoni. L’installazione dell’intero impianto è stata realizzata dalla rete d’impresa i4fruit, di cui Arrigoni fa parte (link al video).

Produzione anticipata

Giuseppe Di Giorgio, agronomo e titolare dell’azienda Badiula, ha spiegato: “Abbiamo voluto realizzare questo impianto digitalizzato per assicurare ai nostri limoni una protezione a 360 gradi, dalle fitopatie agli eventi meteo avversi. Ma non solo: questa soluzione ci permette anche di ottenere una produzione anticipata, grazie alle temperature più alte che si sviluppano in serra, e di arrivare dunque sul mercato nei momenti di maggiore valore del prodotto”.

Salvi i limoni coperti, danno del 50% dove manca l’impianto

Il nuovo impianto digitale dell’azienda Badiula si è rivelato decisivo già durante l’estate 2023. “In questa stagione abbiamo registrato temperature molto elevate – prosegue Di Giorgio – con picchi addirittura di 48 gradi centigradi, che hanno compromesso la produzione del Verdello. Nei limoneti non coperti, infatti, abbiamo perso il 50% del raccolto, mentre nell’impianto coperto non abbiamo registrato alcun danno”.

L’impianto digitalizzato con coperture Arrigoni e sviluppato dalla rete d’imprese i4fruit ha permesso inoltre di fare ancora di più. “Sempre durante la scorsa estate – conferma Badiula – le alte temperature avevano mandato le piante in stallo vegetativo. Con il supporto della sensoristica abbiamo deciso di indurre uno stress idrico nelle piante, non irrigando per una quindicina di giorni, e poi quando le sonde hanno segnalato il momento ottimale abbiamo dato immediatamente acqua. Le piante, dopo 3-4 giorni, hanno iniziato a vegetare. Oggi sono in uno stato fenologico anche più avanzato rispetto alla norma, quindi maggiormente pronto ad affrontare il periodo invernale”.

Fonte: Arrigoni

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