La Nocciola Piemonte Igp piace, la domanda continua a essere presente e anche i prezzi confermano il buono stato di salute a livello commerciale. Tuttavia, il cambiamento climatico sta facendo sentire i suoi effetti anche nella corilicoltura e, tra gli operatori del settore, non si nascondono preoccupazioni per il futuro, e il trend dovesse continuare a essere quello degli ultimi anni.
Sergio Lasagna, uno dei maggiori produttori corilicoli piemontesi, con appezzamenti per 70 ettari, spiega: “Veniamo da due annate molto complesse, in cui la siccità sta ancora facendo sentire i suoi effetti. Le piante, specialmente le più vecchie, sono state sottoposte a forti stress, tanto che stiamo valutando il da farsi riguardo a espianti o meno”.
Ancora, Lasagna prosegue: “Proprio la siccità, ha aumentato enormemente i problemi di Cytospora corylicola. Per ora abbiamo cercato di ovviare al problema tagliando i rami, ma rimangono appunto sul tavolo anche altre valutazioni. Solo lo scorso anno, grazie alla mancanza di precipitazioni, abbiamo raccolto solo il 50% rispetto a un’annata normale”.
Ancora, il co-titolare della F.lli Lasagna di Piozzo (Cuneo) sottolinea: “Il problema della Nocciola Piemonte Igp, insomma, oggi è la produttività. Confidiamo nel fatto che quest’anno sia migliore, ma è ancora molto lunga. Quello che si può dire, ad oggi, è che la fioritura è stata buona, ma bisogna appunto vedere cosa succederà a livello climatico”.
In tale contesto, la nota positiva è che, in zona, il problema della cimice asiatica sembra essere molto più limitato rispetto agli anni passati. Conferma infatti Lasagna: “Nel corso del 2023 non ho fatto alcun trattamento specifico per la cimice. Di questo quindi non ci possiamo lamentare”.
Strada aperta per il biologico? “Per ora – conclude Sergio Lasagna – facciamo lotta integrata e ci troviamo bene. Il biologico sarebbe probabilmente molto complesso da gestire”.