Come in altre regioni d’Italia, si preannuncia in salita l’annata 2023 per i castanicoltori laziali. A testimoniarlo è un esperto come Mauro Pompei, presidente della società cooperativa Velinia di Borgo Velino (Rieti), realtà specializzata nella produzione e lavorazione di castagne, con il core business del Marrone Antrodocano. Nel 2022 la cooperativa aveva prodotto, a conti fatti, quantitativi complessivi per 2.172 quintali, rispetto ai 950 quintali del 2021 e ai 1.600 quintali del 2020. Quest’anno, però, il meteo è stato di nuovo inclemente, quindi le aspettative sono da rivedere al ribasso.
Spiega Pompei: “Oggi possiamo dire che non sarà una grande annata, soprattutto per il fatto che molti fiori sono andati bruciati durante quelle giornate estive caratterizzate da temperature oltre i 40 gradi. In altri termini, ci aspettiamo una produzione quasi dimezzata rispetto alla norma”.
Quanto all’inizio della raccolta, Pompei conferma che non è ancora il momento e, con tutta probabilità, si andrà a dopo la prima settimana di ottobre. Incertezze restano pure sulla qualità, perché essa si potrà verificare solo durante la raccolta. “C’è un modo di dire dalle nostre parti – continua Pompei – Il riccio cresce sotto la verga. Cioè, fino al momento della battitura i frutti possono crescere e svilupparsi. Decisive, sotto tale aspetto, saranno quindi anche queste giornate: a seconda dell’andamento meteo, con piogge o no, potremmo avere calibri più grandi o più piccoli”.
Sui prezzi, poi, la questione rimane altrettanto aperta. “Occorrerà vedere l’andamento su scala nazionale. Certo, potrebbe esserci un calo dell’offerta a fronte di un aumento della domanda”.
Ultimo ma non meno importante, continuano anche da parte della cooperativa le azioni di contrasto al cinipide. “Stiamo proseguendo – conferma Mauro Pompei – con i lanci dell’insetto utile. Del resto, ci sono ancora alcune zone che ne sono particolarmente colpite”.