Con la Nocciola di Giffoni si può anche ballare. L’idea arriva dalla Campania e, per il momento, sarà proposta in anteprima in un locale della Costiera Amalfitana, ma presto sarà possibile degustarla anche altrove e perfino in famiglia. A parlarne è il suo ideatore, Adolfo Grimaldi, terza generazione alla guida dell’azienda agricola di famiglia che produce nocciole e noci, a Giffoni Sei Casali (Salerno).
“Durante l’ultima edizione di Tuttofood – spiega – abbiamo presentato una novità assoluta: la Nocciola Giffoni biologica, di nostra produzione, tostata, salata e speziata. Abbiamo posto la massima attenzione per proporre un prodotto di alta qualità, utilizzando come sale quello delle saline di Trapani, prodotto all’interno di un’oasi riserva naturale del Wwf. Per le spezie, di provenienza campana, ci siamo rivolti a un’azienda altrettanto attenta alla qualità. Il risultato è stato quello, dopo diverse prove (è stato difficile senza utilizzare olio e senza ricorrere alla frittura), di riuscire a smarcare la nocciola dall’idea di un ingrediente dolce, per affermarla invece come ottima soluzione per un aperitivo salato gustoso e salutare. Al momento stiamo proponendo questo nostro nuovo prodotto in una discoteca d’elite di Positano (Salerno, ndr), ma l’obiettivo è quello di svilupparlo come tutti gli altri nostri prodotti, ovvero sia per il settore Horeca, sia per il consumatore finale, naturalmente con differenti formati”.
Quanto alla prossima campagna, Grimaldi prosegue: “C’è un proverbio dalle nostre parti, che recita: le nocciole si vedono a Sant’Antonio. E Sant’Antonio è domani. Questo perché, proprio in questo periodo, possiamo vedere le cosiddette maggiaiole, ovvero l’ultima fioritura delle nocciole prima della raccolta. Da quello che posso osservare in campagna, quindi, dovremmo avere al momento una produzione nella norma, quindi non eccezionale come nel 2020 ma nemmeno del 30-40% in meno come nel 2022”.
Per valutare una stagione in positivo o in negativo, molto dipenderà comunque dai prezzi. “Fortunatamente – conclude Grimaldi – come azienda restiamo ai margini delle dinamiche dei listini, in quanto nella nostra zona siamo tra i pionieri della trasformazione e oggi trasformiamo tutto ciò che produciamo, proprio per creare un valore aggiunto al nostro prodotto. L’ultima annata, a livello di quotazioni, è stata fortemente condizionata dal problema del marciume, viste le piogge che sono cadute proprio a inizio agosto, quando si approssimava il periodo della raccolta. Per cui, all’ingrosso si andava dai 2,50 ai 3,10 euro il chilo in guscio. Con le piogge abbondanti che stanno cadendo in questo periodo, c’è da augurarsi che la stagione diventi poi più secca con l’avvicinarsi del momento della raccolta”.