Incredibile dictu, direbbero i latini, ma è tutto vero: il 2022 della Castagna Roscetta, varietà tipica abruzzese che in passato ha rappresentato un’importante fonte di reddito per numerose famiglie della valle Roveto (L’Aquila), è da incorniciare.
A testimoniarlo è Sergio Natalia, presidente dell’associazione La Castagna Roscetta di Civitella Roveto, esperto di marketing e coesione territoriale, nonché castanicoltore di lunga data.
“Siamo coscienti – spiega Natalia – di essere in controtendenza rispetto alle più grandi regioni castanicole d’Italia. Il 2022, infatti, qui in Abruzzo si è rivelato un’annata molto positiva dal punto di vista castanicolo. La produzione è stata infatti abbondante e il clima torrido dello scorso autunno ha fermato le vendite solo per una quindicina di giorni. In seguito, gli acquisiti hanno preso vigore e i prezzi sono sempre rimasti su alti livelli, tra i 5 e i 6 euro il chilo. Fino a qualche settimana fa, abbiamo continuato a ricevere richieste di prodotto, che è andato tutto esaurito prima di Natale. Avremmo venduto altri quantitativi, se ce ne fosse stata la disponibilità”.
Natalia prosegue: “Una grande spinta alla vendita è stata data anche dalla ripresa delle tante sagre dopo l’emergenza Covid. L’affluenza a queste manifestazioni è stata infatti ottima ed è stato trovato un ottimo equilibrio, a livello di prezzi, tra domanda e offerta”.
Il presidente dell’associazione La Castagna Roscetta considera inoltre: “Va comunque tenuto presente che l’Abruzzo non è una delle maggiori regioni castanicole, attestandosi sostanzialmente a metà classifica tra le diverse regioni italiane. Molto spesso, in queste zone, chi fa castanicoltura ha anche un altro lavoro, magari nemmeno in agricoltura. Sostenere l’intero sistema diventa così difficile, perché occorrerebbero diversi interventi per la manutenzione dei castagneti, ma i contributi pubblici sono appannaggio solo degli agricoltori. Bisognerebbe trovare il modo di inserire negli aventi diritto anche chi porta avanti importanti produzioni tipiche, come è la Castagna Roscetta. Non dimentichiamo inoltre che i castagneti dovrebbero essere considerati un bene nazionale, da salvaguardare per il paesaggio, e chi li gestisce opera anche un’importante azione di presidio del territorio”.