Il 2023 avrà il sapore del pistacchio? A scommetterci è un servizio pubblicato sul quotidiano economico Il Sole 24Ore, che cita un rapporto dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy.
Riportando una dichiarazione di Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy, scrive tra l’altro Il Sole: “Nell’arco di un anno l’offerta a scaffale di pistacchi e di prodotti alimentari che ne segnalano la presenza in etichetta è aumentata del 27%, arrivando a 512 referenze che sviluppano oltre 175 milioni di euro di vendite. Quello del pistacchio è un fenomeno partito dalla pasticceria, da quella siciliana in particolare, e che da lì si è riversato in tutto il mondo del food”.
Lo stesso quotidiano poi continua: “Se i pistacchi sgusciati continuano a macinare vendite in Gdo (+6,7% a valore e +10% in quantità nell’anno finito a novembre 2022, secondo NielsenIQ), è soprattutto l’ingrediente pistacchio a vivere un vero e proprio boom. Dai biscotti Mulino Bianco al cioccolato Lindt, dai gelati Sammontana agli yogurt Müller, dai croissant Melegatti al pesto Barilla sono sempre numerose le aziende di marca che puntano sul “pistachio touch” per ingolosire gli italiani e cogliere il crescente gradimento per questo frutto. Un fenomeno che sta espandendo il mercato dei semilavorati di pistacchio e attirando l’interesse di aziende e finanza”.
In questo contesto, si sta facendo sempre più avanti la Spagna, che è diventata il primo produttore europeo. Riporta ancora Il Sole: “… l’escalation del pistacchio è un fenomeno che investe il mercato globale. A soddisfare la crescente domanda mondiale non sono solo i grandi produttori storici (ossia Stati Uniti e Iran), ma anche nuovi competitor che hanno puntato su questa coltivazione. Come la Spagna (primo produttore in Ue davanti a Italia e Grecia), dove il pistacchio è ormai un lucroso business. I fondi di investimento stanno realizzando grandi piantagioni su terreni incolti (tra 2013 e 2021 le superfici sono decuplicate, arrivando a 55mila ettari) e le aziende costruiscono grandi impianti, come quello da seimila tonnellate di capacità appena inaugurato dal gruppo Iberopistacho. Investimenti che allungano la distanza del paese iberico dall’Italia, dove, secondo i dati Ismea relativi al 2021, siamo fermi a 3.862 ettari e 40mila tonnellate di prodotto, cresciuti rispettivamente appena del +1,5% e del +5,2% nel quinquennio”. Per leggere l’articolo completo cliccare qui.