Tra chi coltiva nocciole si fa strada l’idea che il 2023 sarà un anno di magra. Non foss’altro per la siccità che ha contraddistinto l’anno scorso.
A confermarlo, da Civita Castellana (Viterbo), è Mario Profili, che assieme al fratello Daniele è titolare di Fattoria Lucciano, una realtà che si estende su 125 ettari, cui vanno aggiunti un’altra settantina di ettari di un altro appezzamento a Nepi (Viterbo).
“Normalmente – spiega Profili – le piante di nocciola, a livello vegetativo, si preparano una stagione per l’altra. Con la siccità della scorsa estate, questo non è stato possibile. Per cui, ci attendiamo una produzione scarsa anche nel 2023″.
Già il bilancio 2022 non è stato affatto incoraggiante. Spiega ancora Profili: “Rispetto a un’annata normale, abbiamo raccolto il 50% in meno. Il problema è che a causa della siccità pure la qualità non era altissima. Questa situazione, associata a una bassa resa, ha generato prezzi decisamente bassi rispetto alla norma”.
Nella zona del Viterbese, quindi, sono due anni che la coltura della nocciola arranca. Il 2021, ovviamente, è stato l’annus horribilis, a causa della gelata tardiva che ha distrutto praticamente l’intero raccolto. Nel 2022 è andata decisamente meglio, ma la situazione è ancora ben lontana dalla normalità. Un fatto positivo, in un simile contesto, è stata la decisione di avere assicurato il proprio raccolto contro le gelate, un tema che sta creando sempre più dibattito tra i corilicoltori, perché i costi dei premi assicurativi sono schizzati alle stelle rispetto a solo qualche anno fa e, contestualmente, è aumentata la franchigia. “Almeno per il 2021 – conferma ancora Profili – siamo stati indennizzati perché eravamo assicurati. Ma nessuno, ovviamente, assicura contro la siccità”.