Tra le eccellenze agroalimentari italiane più celebri nel mondo c’è il Pistacchio di Bronte Dop, che chiude un 2022 soddisfacente per i produttori. A tracciare un primo bilancio è Massimo Cimbali, componente del consiglio d’amministrazione del Consorzio pistacchio verde di Bronte Dop, che spiega: “Il nostro prodotto è ormai agli sgoccioli a livello di quantitativi. Le aziende produttrici hanno infatti venduto praticamente tutto, mentre la trasformazione ha solo piccole scorte in magazzino. Per i prezzi, non ci possiamo lamentare: 16,50 euro in guscio e tra i 45 e i 50 euro il chilo per lo sgusciato, ovvero 2 o 3 euro in più rispetto alla precedente campagna”.
Poi, ecco uno sguardo a ciò che sta succedendo in campagna. “Nel 2022 non abbiamo raccolto essendo l’anno di scarica. Aspettiamo quindi con ansia la produzione del 2023. Nell’annata di riposo si fanno tutti gli opportuni lavori di potatura e concimazione. Rispetto alla precedente annata, quando sono state tolte le gemme per non stressare le piante, quest’anno ovviamente le lasceremo dove sono. In aprile ci sarà poi il risveglio delle piantine e vedremo come andrà con l’impollinazione”.
La soddisfazione di Cimbali non è solo per il buon prezzo spuntato dal Pistacchio di Bronte Dop, ma anche per la costante crescita dei soci che stanno aderendo al progetto del Consorzio di tutela per la Dop. “Oggi gli associati sono circa 400 e siamo contenti perché al nostro interno si fa un lavoro di squadra. Anche recentemente, si sono visti altri risultati concreti: ci siamo infatti aggiudicati un bando da quasi 3,2 milioni di euro messi a disposizione dal Psr, per dare contributi alle aziende agricole che effettuano ammodernamenti delle proprie attrezzature”.
Oggi, secondo quanto riferito da Cimbali, circa il 70% della produzione di Pistacchio di Bronte Dop viene venduta in Italia, il restante 30% all’estero.