Frutta a guscio ed essiccata

Mandorle: in Sardegna produzione bio danneggiata dal meteo

Angelo Asoni: “Il forte vento alla vigilia della raccolta ha fatto perdere il 30% di prodotto. Ora si guarda alla domanda”

E’ una situazione di grande incertezza quella che sta vivendo chi produce mandorle di elevata qualità in Sardegna, una regione che si sta sempre più accreditando per diventare un polo produttivo di questo frutto.

A offrire una testimonianza sullo status quo e sulle prospettive future è Angelo Asoni, che dal 2008 coltiva mandorle su circa 20 ettari di terreno a Uta (Cagliari) e dal 2016 commercializza il suo prodotto anche con un marchio proprio: Mendula Monte Arcosu. Da tempo, peraltro, Asoni è molto attivo anche a livello commerciale, fornendo le sue mandorle 100% biologiche ai negozi Crai e Conad di tutta la Sardegna.

“Quest’anno – spiega Asoni – la produzione è stata fortemente limitata da un evento meteo. Proprio alla vigilia della raccolta, nel mese di agosto, abbiamo registrato una giornata di forte vento, che ha fatto perdere circa il 30% di prodotto. Essendo azienda biologica, non facciamo il diserbo chimico, per cui non è stato possibile recuperare tramite aspirazione i frutti che sono caduti sotto le piante”.

La preoccupazione, tuttavia, è rivolta alla fase commerciale, che sta entrando nel vivo proprio in questi giorni. “Non so dire – continua Asoni – cosa succederà. Per ora il mercato ha dimostrato una buona tenuta a livello di prezzi, ma è facile attendersi un crollo della domanda, anche perché le mandorle non sono un genere di prima necessità. E se una persona dovesse scegliere tra pagare una bolletta, o la rata del mutuo, e acquistare mandorle, ovviamente non avrebbe dubbi. Il vero problema è che si sta riducendo il potere di acquisto dei consumatori, e in prospettiva questa situazione potrebbe acuirsi ancora di più. Attualmente gli stoccaggi di gas sono più o meno pieni, anche grazie al gas russo. Ma nel 2023 che cosa succederà? Penso all’incidenza dei costi dell’energia elettrica che ho dovuto sostenere per l’irrigazione – conclude – Sono arrivati a toccare il 30% del mio fatturato. Decisamente troppo”.

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