Frutta a guscio ed essiccata

Castagne: in Basilicata ottima produzione, ma c’è il problema prezzi

Pietro Sinigallia: “L’industria dica se paga poco perché il prodotto non è selezionato. Ma così non può continuare”

Anche in Basilicata, così come in gran parte d’Italia, è molto positiva la campagna castanicola dal punto di vista produttivo. Tuttavia, diversi operatori non sono affatto soddisfatti delle quotazioni, che in diversi casi non coprono nemmeno i costi sostenuti per la raccolta.

A fare il punto della situazione è Pietro Sinigallia, presidente dell’associazione Castanicoltori del Vulture, una realtà che aggrega 120 soci per un totale di 800 ettari di castagneto su un areale che, sempre in termini di castanicoltura, si estende su circa 2.000 ettari.

“Come quantitativi – spiega Sinigallia a myfruit.it – l’annata è ottima. Nella nostra zona, tuttavia, abbiamo sofferto molto la siccità, per cui le pezzature si presentano inferiori alla norma. Le alte temperature che continuano a persistere pure in questi giorni stanno poi creando problemi di tenuta del prodotto, che presenta una percentuale di marciume interno più consistente. Ma le difficoltà sono altre”.

Arrivando al nocciolo della questione, Sinigallia prosegue: “Uno dei problemi legati alla castanicoltura nel sud Italia è il fatto che sono pochissime le aziende che ritirano il prodotto. Quindi, grazie a questa sorta di cartello, fanno loro i prezzi, che sono poco remunerativi per i produttori. Quest’anno, ad esempio, eravamo partiti già bassi, da 0,80 a 1,30 euro, ma c’è chi sta arrivando anche a 0,70. Insomma, un livello del tutto insostenibile sul fronte della produzione, che non rientra nemmeno dei costi per potatura, taglio dell’erba e raccolta”.

E all’industria che, dall’altra parte, lamenta spesso che il prodotto conferito non sia selezionato e costringa a un doppio lavoro di selezione chi lavora castagne, Sinigallia replica: “In parte può essere vero, ma allora lo si dica chiaramente. Al sud, in passato, non c’è mai stato questo sistema, adottato altrove, per cui il prodotto arriva già pre-selezionato. Può essere utile avviare a questo nuovo metodo i giovani e ne va del futuro della castanicoltura, ma bisogna essere chiari. Altrimenti, l’impressione è che si vogliano confondere i ruoli e non fare il lavoro che si dovrebbe fare. In ogni caso – conclude il presidente dell’associazione Castanicoltori del Vulture – con una simile situazione di prezzi non si può andare avanti”.

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