Frutta a guscio ed essiccata

Castagna del Partenio: produzione in ripresa, prezzi troppo bassi

Edoardo Boffa: “Le quotazioni coprono a malapena i costi per la coltivazione. Per valorizzare il prodotto, occorre fare sistema”

E’ un bilancio tra luci e ombre quello che emerge dalla campagna della Castagna del Partenio. Castagna per la quale, tra l’altro, il Distretto della castagna e dei marroni della Campania ha intrapreso il percorso per il riconoscimento Igp.

A fare il punto della situazione sull’andamento di quest’anno, a pochi giorni dalla conclusione della raccolta, è Edoardo Boffa, presidente della Cooperativa agroforestale San Giorgio di San Martino Valle Caudina (Avellino), la quale aggrega quattro aziende, con una decina di lavoratori, e una superficie castanicola di circa 40 ettari.

Boffa denuncia: “Il problema, quest’anno, sono i prezzi. Attualmente il mercato quota le nostre castagne tra gli 1,4 e i 2 euro il chilo, quando invece, per essere minimamente soddisfatti, bisognerebbe arrivare ai 2,4/2,5 euro il chilo. Allo stato attuale, siamo al limite del sottocosto. L’anno scorso è andata meglio, con quotazioni che oscillavano tra i 2,30 e i 2,40 euro”.

Del resto, le premesse per fare bene ci sarebbero tutte. “La castagna del Partenio – continua Boffa – non ha nulla da invidiare a quelle di Serino o di Montella, solo per fare un paio di esempi. E’ caratterizzata da un sapore intenso, conferitogli anche dall’altitudine a cui si trova (siamo sugli 800 metri sul livello del mare), ha un’ottima pelabilità e quindi di adatta molto bene alle esigenze dell’industria. Tuttavia, per il suo sviluppo futuro occorrono, secondo me, alcune iniziative”.

Boffa ha quindi evidenziato: “Ci dovrebbe essere una netta differenziazione tra la parte produttiva e i trasformatori. In questo modo, si riuscirebbe a fare una politica di prezzo più equa e più soddisfacente per tutta la filiera. E i produttori, ovviamente, dovrebbero fare sistema tra loro, ma questo è molto complesso”.

Riguardo all’andamento della campagna, il presidente della cooperativa agroforestale San Giorgio ha ricordato: “Dopo un’annata disastrosa come quella del 2015, in cui non raccogliemmo nulla, abbiamo aumentato anno dopo anno e, anche nel 2022, avremo quantitativi leggermente superiori all’anno precedente. I calibri sono un po’ inferiori alla norma, a causa soprattutto della siccità estiva, ma la qualità è buona. Anche la problematica del cinipide, seppure non del tutto scomparsa, è nettamente migliorata”.

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