Anche per la prossima campagna della Castagna di Cuneo Igp si guarda il cielo sperando che piova. La siccità sta, infatti, mettendo a rischio pure questa coltura, sebbene ci siano ancora i margini per recuperare e fare bene. A confermarlo è Marco Bozzolo, economista prestato alla castanicoltura, che produce castagne in 15 ettari di castagneto a Viola (Cuneo). Per due terzi le trasforma, mentre la parte restante è venduta come fresco.
“La mancanza di precipitazioni – spiega Bozzolo – rappresenta senz’altro un’incognita per questa stagione. Tanto più, considerando il fatto che il problema riguarda tutta la Penisola. Per quanto riguarda la castanicoltura, ci sono però ancora margini di recupero. Bisognerà infatti vedere cosa succederà tra agosto e settembre. E’ in quel periodo che i ricci crescono ed è in quel periodo, quindi, che si determinano anche i calibri. Diversamente, potremmo riscontrare seri problemi nelle dimensioni del frutto. Sarebbe un vero peccato perché finora è andato tutto sostanzialmente bene”.
Anche il problema del cinipide, in Piemonte, è ormai un brutto ricordo. “E’ ormai da anni – continua Bozzolo – che questa insidia è stata debellata. Del resto, nella nostra regione siamo stati i primi ad averci a che fare e, di conseguenza, siamo stati anche i primi ad uscirne. Ora rimane solo qualche galla, ma è fisiologico e non crea preoccupazioni”.
Intanto, Bozzolo è soddisfatto per l’andamento della campagna 2021. “Nel corso dell’ultima stagione abbiamo prodotto circa 300 quintali di castagne, rimanendo nella media della mia azienda. Di questi, 200 quintali sono stati avviati a trasformazione, 100 sono stati venduti come prodotto fresco, a quotazioni abbastanza buone. Anche per questo motivo ho scelto di commercializzare tutto al dettaglio; all’ingrosso, dalle nostre parti, sono state vendute castagne anche a 1 euro il chilo e, in passato, anche a meno”.