Chi ha detto che la Mandorla d’Avola, vera e propria eccellenza di Sicilia, debba essere impiegata quasi esclusivamente per la confetteria? Tra coloro che cercano di rompere questo rapporto, anche in virtù dei tempi che sono cambiati, c’è Sebastiano Tiralongo, socio titolare di Nama Mandorle, azienda specializzata nella produzione, lavorazione e commercializzazione di prodotti a base di Mandorla d’Avola, oltre che nella distribuzione di prodotti a base di pistacchi e nocciole.
“In linea generale – spiega Tiralongo – la Mandorla d’Avola sta vivendo una situazione complessa, in parte generata dai due anni di pandemia che abbiamo appena attraversato. Tradizionalmente e storicamente, questo prodotto è stato infatti sempre associato alla confetteria. Tuttavia, proprio la confetteria è stata tra i settori che più hanno sofferto il periodo pandemico. A questo, si associa il minore potere d’acquisto che hanno oggi i consumatori. Per cui la stessa confetteria, che si sta lentamente riprendendo, vira spesso su mandorle più economiche rispetto a quelle d’Avola, e segue al contempo nuove mode, come quella della “cioccomandorla”, fatte appunto con materia prima di minore qualità”.
C’è il modo di uscire da questa impasse? La bacchetta magica, ovviamente, non la possiede nessuno, ma Tiralongo suggerisce comunque una strada, che sta perseguendo anche con la sua azienda. “Occorre sia allontanarci dal concetto di Mandorla d’Avola legata esclusivamente alla confetteria, sia creare nuove occasioni d’acquisto per i consumatori. Per questo, ad esempio, abbiamo lanciato recentemente una nuova linea di creme spalmabili, con Mandorla d’Avola e Mandorla di Sicilia. L’obiettivo è quello di creare sempre più prodotti finiti da proporre al consumatore finale, accanto alla gamma che proponiamo alla nostra clientela b2b”.
Infine, per quanto concerne la campagna 2022, Tiralongo conclude: “C’è stata una buona fioritura e le mandorle sembrano avere bene attecchito. Potrebbe essere un’annata positiva, ma preoccupano ancora un eventuale ritorno di freddo e il vento, che potrebbe fare cadere numerosi frutti”.