E’ allarme fauna selvatica per il Marrone di San Zeno Dop, eccellenza dell’unione montana del Baldo-Garda, in Veneto. A confermare questo stato delle cose a myfruit.it è lo stesso Simone Campagnari, presidente del Consorzio per la tutela del Marrone di San Zeno Dop, che spiega: “Quest’anno la situazione, a livello produttivo, è un po’ deficitaria. Alle grandinate che hanno colpito parte dei castagneti, si stanno aggiungendo infatti ingenti danni causati dai cinghiali. Quello della fauna selvatica non è un problema solo del 2021 – aggiunge Campagnari – ma proprio quest’anno è notevolmente aumentato, nonostante i cacciatori e nonostante le misure di difesa passiva che diversi produttori hanno adottato, a partire dalle recinzioni elettrificate. Già più volte, infatti, i cinghiali hanno sfondato anche queste recinzioni e sono penetrati all’interno, facendo incetta di marroni. Ancora dobbiamo spiegarci questo fenomeno: forse stanno trovando meno ghiande e meno nocciole, ma sta di fatto che il problema esiste ed è molto preoccupante”.
Produzione in calo
Facendo poi il punto sulla campagna 2021, Campagnari aggiunge: “Ultimeremo la raccolta tra la fine di questa settimana e i primi giorni di novembre. Alla fine, la produzione sarà tra il 30 e il 40% in meno rispetto a quella dello scorso anno. Un vero peccato, perché la domanda ci sarebbe, ma manca appunto la disponibilità. Sento tra l’altro dire che in altre zone hanno avuto a che fare con la siccità: anche qui temevamo una cosa simile, poi è venuto a piovere a settembre e le piante hanno recuperato, quindi non abbiamo avuto questo problema. Tanto che la qualità di quest’anno è ottima”.
Prezzi soddisfacenti
Per i prezzi, infatti, c’è molta soddisfazione. “Potremmo chiedere anche 8 euro il chilo al consumo – spiega Campagnari – e avremmo comunque mercato. Tuttavia, abbiamo fatto la scelta di mantenere le quotazioni di due anni fa, per cui vendiamo il Marrone di San Zeno Dop tra i 6 e i 7,50 euro il chilo, che è comunque un ottimo prezzo”.
Cinipide, un problema risolto
In queste zone, quindi, il problema da risolvere per quando riguarda questi frutti si chiama fauna selvatica. Il cinipide galligeno, infatti, non fa più paura. “Il problema del cinipide – chiude Campagnari – lo abbiamo risolto già da anni. Quando si presentò da queste parti, intervenimmo fin da subito con lanci massicci dell’insetto antagonista e nel giro di un anno il problema è stato risolto”.