Frutta a guscio ed essiccata

Le Nocciole di Alba: produzione dimezzata. Anche per le pere

Daniela Molino: “Così la ricetta di famiglia è diventata una crema e abbiamo recuperato un’antica varietà”

La ricetta per un matrimonio perfetto? Pere e nocciole. L’idea, lanciata qualche anno fa ma ancora oggi di grande successo, arriva da Le Nocciole di Alba, azienda di Alba (Cuneo) dove la specializzazione in agricoltura va avanti da oltre cent’anni e da almeno quattro generazioni. Da circa 25 anni, poi, è arrivata la conversione alla corilicoltura, per la quale sono impegnati Daniela Molino insieme al marito Flavio.

E proprio Daniela, prima di introdurre le specialità dell’azienda, fa il punto sulla campagna appena conclusa: “Quest’anno abbiamo raccolto sui nostri 30 ettari circa il 50% in meno rispetto allo scorso anno. Una situazione, questa, un po’ generalizzata in tutta la nostra zona. Il motivo principale della scarsità di raccolta è da ricondurre alle gelate tardive della scorsa primavera, che hanno causato seri problemi anche a diverse altre colture. Ad esempio – prosegue – noi produciamo una crema spalmabile, la Madernocciola, a base di pere e nocciole, cui vengono aggiunte solo piccole quantità di zucchero e di succo di limone. Quest’anno, a causa delle gelate, raccoglieremo anche poche pere. Tra l’altro, per le pere utilizziamo una varietà antica, la Madernassa, tipica di queste parti, e la nostra crema non è altro che la riproposizione di una vecchia ricetta, che proviene dalla famiglia di mio marito, dove si cercava un modo per conservare questi frutti il più a lungo possibile. E’ una crema che abbiamo lanciato nel 2018 e che continua ad avere molto successo”, prosegue la Molino.

A fianco di questo speciale prodotto, Le Nocciole di Alba propone sia semilavorati per pasticceria e gelateria (paste, granelle, ecc.), sia una linea completa di creme spalmabili (La Gianduja, La Bianca, La Fondente). I contatti, sono bene avviati sia in Italia sia all’estero. “Vendiamo anche i nostri prodotti – conferma la Molino – in Germania, Repubblica Ceca e Giappone. Sia semilavorati sia prodotti finiti”.

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