Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, le attività del Consorzio di tutela della Nocciola Piemonte Igp non si fermano. Anche per il 2021, sono allo studio diverse iniziative. L’obiettivo è quello di avvicinare ancora di più i produttori all’adesione al Consorzio e i consumatori alla conoscenza di queste nocciole, apprezzate in tutto il mondo. Myfruit.it ne ha parlato con Sergio Lasagna, presidente del Consorzio.
Presidente Lasagna, può innanzitutto illustrare come è andata l’annata 2020?
I dati sulla produzione certificata ci saranno forniti soltanto il 30 giugno prossimo da parte dell’ente certificatore, quindi ancora non possiamo tracciare un bilancio in questo senso. La produzione di nocciole in Piemonte, lo scorso anno si è attestata comunque su livelli finalmente tornati normali, ovvero sui 270mila quintali. Nel 2019, invece, la produzione era stata molto scarsa, praticamente circa la metà, e grazie a questi quantitativi molto ridotti la percentuale di prodotto certificato si attestava sul 50%. Vedremo appunto tra qualche mese quali saranno i risultati dell’ultima annata. Di positivo c’è il fatto che, grazie soprattutto a un buon andamento climatico della primavera 2020 e all’insetto antagonista che sta cominciando ad attecchire, abbiamo avuto molti meno problemi con la cimice asiatica.
Qual è l’andamento della base sociale del Consorzio?
Oggi siamo circa 1.300 soci, tra produttori, trasformatori e confezionatori. Ovviamente la maggior parte, circa un migliaio, è rappresentata dai produttori. Il numero, negli ultimi anni, si sta mantenendo sostanzialmente costante, con una tendenza comunque alla crescita.
Quali obiettivi vi ponete per il 2021?
Visto il perdurare delle limitazioni legate alla pandemia – non abbiamo potuto essere presenti al Sigep perché non c’è stato, dovevamo andare a una fiera a Lisbona ma non sarà possibile, e l’anno scorso siamo riusciti a partecipare a qualche evento solo a inizio anno – stiamo valutando proprio in questi giorni di investire in inserzioni sulla stampa di settore e generalista, per promuovere la nostra attività sia presso gli addetti del settore, sia presso i consumatori. Stiamo inoltre valutando la possibilità di organizzare webinar e iniziative on line per la gelateria e la pasticceria. Insomma abbiamo allo studio diverse idee per continuare a promuovere l’immagine del nostro Consorzio e cercare di allargare ulteriormente la nostra base sociale.
Conviene entrare a far parte del Consorzio della Nocciola Piemonte Igp?
Sono convinto di sì e spiego il perché. Innanzitutto si tratta di una garanzia che si offre all’acquirente delle nostre nocciole e, in ultima analisi, al consumatore. Tutto il nostro prodotto è infatti certificato da un ente terzo, mentre diversamente c’è solo la parola del produttore. Mi rendo conto, ovviamente, che quando occorre mettere mano al portafoglio tutti siamo restii a farlo, ma in questo caso bisogna vedere l’adesione al Consorzio come un investimento non immediato, ma a medio-lungo termine. La qualità, la sicurezza e le garanzie offerte, in altri termini, alla lunga pagano sempre. Se si guarda soltanto alla differenza di prezzi nell’immediato, molto dipende dalle annate. Ad esempio con l’ultima raccolta, piuttosto abbondante, i prezzi si sono abbassati notevolmente rispetto al 2019, quando invece essi erano molto alti per la scarsità della produzione.
L’abbondante produzione 2020 è stata venduta o prevedete giacenze?
Non rimarranno giacenze. Se pasticcerie e gelaterie hanno infatti funzionato a corrente alternata per i motivi che sappiamo, la produzione non assorbita da questi canali è stata comunque acquisita da altri. C’è stato infatti un grande e sorprendente sviluppo dell’e-commerce, oltre naturalmente all’importante ruolo che, in questo senso, ha giocato l’industria.
E’ recente la modifica del disciplinare, da parte del Mipaaf, per consentire l’uso della menzione geografica “delle Langhe” alle nocciole prodotte in questo territorio. Come commenta questa decisione?
E’ stato senz’altro uno dei più grandi risultati che abbiamo portato a casa. Ma non dobbiamo fermarci qui. Anzi, questo deve essere solo il punto di partenza: ora dobbiamo lavorare per fare conoscere questo territorio e le sue eccellenze.