La scorsa settimana, l’European Chestnut Network ha organizzato il suo primo webinar in assoluto sull’attuale produzione di castagne, in relazione alle prospettive di mercato in Europa e all’impatto della crisi sanitaria.
Il 7 ottobre Eurocastanea, la rete europea del castagno, ha fatto accomodare a un comune tavolo virtuale 70 operatori del settore, tra produttori, op e operatori di mercato di 8 diversi paesi. I partecipanti, provenienti da Austria, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Marocco e Cile si sono collegati via web per seguire questa mini conferenza sulla produzione di castagne 2020 e l’impatto del covid-19 sui consumi. Sono emersi tre temi principali: salute degli alberi, nuove piantagioni e dati di produzione.
Per la questione del cinipide galligeno, che in passato tanti problemi ha creato anche in Italia, i paesi europei hanno raggiunto un protocollo per la gestione biologica del problema, attraverso l’introduzione del Torymus sinensis. “Questo metodo – spiegano gli organizzatori del convegno – si sta rivelando efficace e consente un controllo abbastanza buono del parassita che ha causato perdite significative alla produzione dello scorso anno. Ad esempio, questa soluzione ha permesso all’Italia di tornare al suo pieno potenziale produttivo. Tuttavia, la Spagna, il Portogallo e l’area del Limosino in Francia stanno ancora registrando perdite di rendimento, perché le popolazioni di parassiti e ausiliari non sono ancora equilibrate”.
Per quanto riguarda la domanda/offerta, in linea generale è emerso che il mercato europeo deve affrontare una forte domanda di castagne, ma l’offerta rimane bassa. Tuttavia, dinamiche di piantagione efficienti sono attualmente in corso in molte regioni europee come il Portogallo, il nord della Spagna e in Francia.
Il Portogallo stima che la sua produzione sarà di 36.000 tonnellate, con calibri medi e buona qualità. La sua produzione si sta sviluppando anche con l’ingresso nel mercato dei frutti di nuovi castagneti. In Francia si registra un raccolto abbastanza buono nel sud-est, mentre i numeri sono peggiori nel sud-ovest. Il raccolto italiano è stimato dal 20 al 30% in più rispetto a quello del 2019 nella maggior parte delle regioni, il che permetterà al Belpaese di recuperare pressoché tutto il suo potenziale produttivo. La produzione prevista per la Spagna è di circa 28.000 tonnellate, leggermente in calo a causa del cinipide. Infine, l’Austria sta vedendo aumentare la sua produzione, anche grazie a nuovi castagneti che stanno entrando in produzione, ma i volumi di questo paese sono sempre stati molto inferiori a quelli di altri grandi produttori dell’Ue.
Durante il webinar sono stati evidenziati anche temi comuni ai 5 paesi della rete Eurocastanea (Francia, Portogallo, Spagna, Italia e Austria). Il primo argomento trattato è stato il controllo delle malattie (ruggine del castagno, marciume dei frutti, deperimento delle radici) dovute ai cambiamenti climatici. Secondo punto importante, la definizione di una politica di gestione della risorsa idrica. Infine, i relatori di ogni paese hanno riconosciuto che è indispensabile la comunicazione per stimolare il mercato e i consumi.
Questo webinar ha inteso rimpiazzare in parte le Giornate europee della castagna che avrebbero dovuto svolgersi nel Limosino lo scorso settembre. L’incontro in presenza, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, è stato rinviato a settembre 2021.