In vista della prossima campagna autunnale per le castagne, la Cia di Melfi (PZ) ha già richiesto un confronto con le istituzioni (Comune e Regione) al fine di individuare, per tempo, alcune soluzioni che possano risollevare il settore. “L’annata 2014 per i castanicoltori di Melfi-Vulture – spiega una nota – è da dimenticare in fretta. I dati Istat di questi giorni confermano che le importazioni italiane di castagne e marroni hanno superato quota 38.000 tonnellate, con una spesa di circa 93 milioni di euro. Si tratta di livelli mai raggiunti in passato. Quanto alla produzione del Vulture-Melfese, essa ha subito un calo sino al’80% di castagne pregiate (il marroncino Igp di Melfi) a causa del cinipide. Tra le proposte diventate purtroppo “storiche”: istituire una banca dati di castanicoltori; aprire un tavolo di confronto tra produttori, associazioni di categoria e di prodotto per trovare forme di sostegno ed arginare il mancato guadagno a causa della perdita di produzione che si protrarrà per oltre un quinquennio; prevedere nel nuovo PSR forme di aiuto finalizzate alla manutenzione dei castagneti anche per non aggravare danni ambientali e paesaggistici; individuare forme organizzative per l’utilizzo degli scarti come fonti energetiche attraverso enti come Sviluppo Basilicata, con progetti sperimentali di biomasse da sottobosco; infine rinnovare l’ordinanza di divieto di accesso nell’area del Vulture ai non proprietari di castagneti per l’intero periodo di raccolta per stoppare forme di abusivismo”.
Castagne, in Basilicata si chiedono misure urgenti
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