La grande produzione di frutta secca della California viene contestata dagli ecologisti. In particolare il sito “Mother Jones”, ripreso dall’Ansa, rileva come mandorle e frutta secca siano tra i responsabili dellòa grande siccità che, negli ultimi anni, sta interessando la California. Questo stato, del resto, come riporta l’Ansa, “produce oltre l’80% delle mandorle di tutto il mondo, il 43% di pistacchi e il 28% di noci. Il mercato di mandorle in particolare ha subito un’impennata negli ultimi anni: spinto dal consumo pro capite degli americani e dalla crescita esponenziale delle esportazioni verso l’estero, è passato a fatturare da 1,2 miliardi di dollari nel 2002 a 4,8 miliardi di dollari del 2012. Cina e Hong Kong sono i principali acquirenti, seguiti dalla Spagna. Il problema è che la crescita di questo tipo di alberi richiede una grande quantità di acqua: una mandorla, per giungere a perfetta maturazione, richiede oltre tre litri di acqua, e una noce addirittura 19 litri. Nondimeno la superficie dedicata ai mandorleti è più che raddoppiata negli ultimi dieci anni, mentre ai residenti di tutto lo stato viene richiesto di limitare il proprio consumo idrico, facendo docce più brevi e fermando l’irrigazione dei propri prati. In particolare è stato stimato che la quantità di acqua che viene utilizzata ogni anno per la produzione delle mandorle (circa 3,5 miliardi di metri cubi) potrebbe fornire acqua a tutte le case di Los Angeles per tre anni. Ma non basta: considerando le siccità da record che ha colpito le zone coltivate a mandorli e noci, per compensare la mancanza di acqua, gli agricoltori stanno pompando nei campi acque sotterranee, che alimentano le falde acquifere. Il rischio è dunque di un impoverimento permanente anche di questa risorsa”.
Mandorle & co, appello degli ecologisti
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