Il 2014, come è noto, è stato uno degli anni più neri per la produzione italiana di castagne. La causa principale della debacle produttiva è da ascrivere al cinipide, che imperversa ancora in molti boschi della Penisola. A questo fattore, si è poi aggiunto il maltempo, che ha sensibilmente peggiorato una situazione già critica. Il risultato è stata una perdita del raccolto che, a seconda delle zone, si è aggirata dal 50 al 90%. Ciò ha indotto naturalmente un conseguente aumento delle importazioni, che hanno conosciuto un’impennata per molti versi preoccupante per le associazioni agricole italiane, soprattutto per il fatto che manca una totale chiarezza sull’origine della materia prima e dei derivati. A fare la voce grossa, in questi giorni, è stata Coldiretti Viterbo, che ha rilevato: “Il castagno riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane del nostro Paese e soprattutto per la provincia di Viterbo, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico, oltre a rappresentare la memoria fisica di un tempo in cui non ci si poteva permettere il pane. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago, determinando un ulteriore indotto economico. L’habitat del bosco di castagno risulta poi fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti. Per queste motivazioni – prosegue Coldiretti Viterbo – è necessario che le istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull’origine delle castagne e sui derivati, per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane. Serve inoltre un codice doganale specifico per la farina di castagne, in modo da poterne monitorare i flussi, e l’obbligo di etichettatura di origine per i derivati a base di castagne”.
“Castagne, è ora di fare chiarezza”
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