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Castagne, migliora la situazione in Val Bormida

Anche in Val Bormida, come in altre zone d’Italia, sta sostanzialmente migliorando la situazione per quanto riguarda la lotta biologica al cinipide galligeno, l’insetto responsabile negli ultimi anni della distruzione di interi castagneti. Ad affermarlo è un servizio pubblicato in questi giorni sul quotidiano “La Stampa”, che riferisce tra l’altro: “La Regione Liguria ha eseguito lanci (di insetti utili, ndr) in aree diverse di tutte le Province liguri; il CeRSAA (centro regionale di sperimentazione e assistenza agricola, ndr) si è concentrato sulla sola provincia di Savona. A questi lanci si sono poi aggiunti quelli di Consorzi funghi e privati… E così, afferma il direttore del Cersaa, Giovanni Minuto, “per la prima volta il 2013 registra un segno ampiamente positivo, anche se ci vorrà ancora tempo per raggiungere il livelli produttivi del periodo pre-cinipide. La lotta biologica al parassita richiede tempi lunghi e costanza ma sta premiando”. Senza dimenticare, infatti, come aveva affermato il dottor Storace (dirigente dell’Ufficio Fitosanitario della Regione Liguria, ndr), “che non è come spruzzare del ddt contro le formiche in casa: è un rimedio naturale che serve a ristabilire un equilibrio tra le due specie, obiettivo che si otterrà in una arco di 5-8 anni”. Intanto, nei giorni scorsi il Ministero per le Politiche Agricole, Ambientali e Forestali ha reso noti anche i numeri dei lanci di Torymus sinensis, l’insetto attraverso il quale un po’ in tutta Italia si sta cercando di contrastare il cinipide. Un primo dato che balza all’occhio, è che i lanci sono stati più del doppio di quelli previsti. A fronte dei 500 preventivati, ne sono stati realizzati 1.010, con 187 individui per ogni unità di lancio, pari a 188.870 insetti forniti sul territorio nazionale. Nello specifico, sono stati realizzati 12 lanci in Valle d’Aosta, 60 in Piemonte, 60 in Lombardia, 18 in Trentino-Alto Adige, 24 in Veneto, 56 in Emilia-Romagna, 56 in Liguria, 118 in Toscana, 40 nelle Marche, 30 in Umbria, 116 nel Lazio, 46 in Abruzzo, 14 in Molise, 184 in Campania, 40 in Basilicata, 116 in Calabria e 20 in Sicilia.

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