Sarà un anno particolare per i produttori turchi di pistacchio. Secondo alcune stime, la campagna 2013 sarà estremamente scarna, sia a causa dell’anno di “scarica”, sia a causa delle condizioni climatiche, assolutamente non favorevoli alla buona riuscita della coltura. A confermarlo è stato Andrea Anastasi, titolare della Anastasi srl, azienda di Bronte (CT) specializzata nella lavorazione di pistacchio. La Anastasi srl lavora ogni anno oltre 1000 tonnellate di pistacchio di diversa provenienza, partendo naturalmente dal siciliano (cui dedica una linea apposita per il pistacchio di Bronte DOP) per arrivare anche a quello turco. Quest’anno, tuttavia, dovrà fare a meno di prodotto dalla Turchia, perché manca la disponibilità. “La Turchia – spiega Anastasi – quest’anno registra soltanto il 15% della propria produzione usuale, sia per l’anno di “scarica”, sia per condizioni climatiche. Nel 2013, non ci sarà di conseguenza commercializzazione internazionale di pistacchio turco, perché la poca produzione che c’è sarà concentrata soltanto sul consumo domestico”. Sempre per quanto riguarda il Medio Oriente, la produzione iraniana invece appare nella norma, mentre quella siriana dovrebbe essere di fatto tagliata fuori dagli scambi internazionali a causa dell’instabilità politica e, non da ultimo, del rischio di contaminazioni.
Pistacchio, la Turchia “assente” dall’annata 2013
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