Autunno nero per la castanicoltura toscana. Come era ampiamente previsto, anche questa regione registra un forte calo di produzione rispetto al già scarso raccolto del 2011, tuttavia ciò che sorprende sono i “numeri” fatti segnare in alcune zone. Secondo Coldiretti Toscana, sono state infatti raggiunte punte di un – 90%. “Dove è andata meglio – riferisce l’associazione – la produzione si è dimezzata rispetto all’anno precedente, ma non basterà per contenere l’importazione dall’estero di castagne (con Cina, Corea del Sud e Turchia in testa) e raffreddare i prezzi al dettaglio. In forte difficoltà – prosegue Coldiretti – sono anche la ristorazione e la cucina tipica, che dovranno presto fare i conti con la scarsità di prodotto fresco e di farina, ingredienti essenziali per le ricette d’autunno. Dagli addetti ai lavori la situazione è definita “eccezionale”: non si trova, nella memoria contadina, un’annata così disastrosa”. In situazioni “normali”, su circa 16.000 ettari di castagneti, in Toscana si producono quasi 24.000 tonnellate tra marroni e castagne. Per quanto riguarda le cause che hanno portato alla situazione attuale, ancora una volta sono due i principali imputati: siccità e cinipide galligeno. Emanuele Piani, presidente del Consorzio di Tutela del Marrone IGP del Mugello, ha commentato: “La nostra ultima annata migliore è stata quella del 2010. Nel 2011 la colpa era del cinipide, quest’anno della siccità. Siamo passati da 1.200 quintali di Marrone IGP del 2010 a probabilmente 250, speriamo 300 quintali di questo anno. Anche la resa per ettaro è scesa”.
Toscana, crolla la produzione di castagne
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