Dopo le ultime annate non certo facili, il 2012 si profila ancora molto difficile per i produttori di castagne. A lanciare l’allarme è stata in questi giorni la Cia, Confederazione Italiana Agricoltori. “La siccità prolungata – rileva l’associazione – ha amplificato gli effetti deleteri dell’ “insetto killer” (il cinipide del castagno, ndr), rendendolo più dannoso del solito e creando così un mix micidiale di effetti negativi che porterà a una raccolta magrissima, con cali generalizzati dell’80 per cento rispetto all’ordinario e intere zone in cui non si raccoglierà affatto”. Tempi quindi sempre più ardui per la castanicoltura, che già nel 2010 aveva fatto segnare un 50% in meno e nel 2011 addirittura un 70% in meno di produzione. “A pagare più di tutti – prosegue la Cia – è la zona del viterbese, dove la produzione raccolta arriva a sfiorare lo zero assoluto, mentre in Campania si stima una stagione con il 70 per cento in meno di raccolto. E proprio in queste aree, che sono le più vocate, a farne le spese sono produzioni d’eccellenza come la Dop di Vallerano (VT), e le Igp di Montella e di Roccadaspide. Si prevede, quindi, una stagione in rosso per le oltre 34.000 imprese del comparto, che tra il 1999 e il 2007 hanno potuto contare su una produzione pari a un valore medio di ben 46 milioni di euro sui campi”.
Castagne, la Cia lancia l’allarme
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