Non solo pistacchi, ma anche mandorle e noci. Nella pagina di domenica scorsa completamente dedicata alla frutta secca, il Corriere della Sera ha riscoperto anche le proprietà nutrizionali di diverse varietà di frutta secca. In particolare, la nutrizionista Carla Favaro, che ha curato il servizio, ha evidenziato l’elevato contenuto dei cosiddetti “grassi buoni” (monoinsaturi e polinsaturi) nella frutta secca, oltre che un alto quantitativo di proteine vegetali, fibra, vitamine, minerali, fitosteroli e polifenoli. “Per esempio – scrive la Favaro – i pistacchi sono una fonte particolarmente significativa di potassio, vitamina K e fitiosteroli; le mandorle sono una buona fonte di magnesio e vitamina E, mentre le noci rappresentano una delle poche, e più importanti, fonti vegetali di Omega 3”. Tra l’altro, secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, ricercatori dell’università di Gerusalemme hanno trovato che proprio mandorle e pistacchi, insieme ad altra frutta secca, erano consumati dall’uomo fin dalla preistoria, rivestendo un ruolo importante nella sua dieta quotidiana.
I grassi “buoni” della frutta secca vengono a galla
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