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“Mysnack in tour”: la Sicilia e il carrubo 2

La riscoperta del carrubo può essere in qualche modo considerata un “effetto collaterale” della crisi economica. Afferma infatti Stefano La Malfa dell’Università di Catania: “Da qualche anno la congiuntura economica negativa e la consapevolezza delle risorse “naturali” del territorio, ha fatto maturare soprattutto nelle aree marginali un nuovo interesse per questa specie, così come per altri fruttiferi minori. Il carrubo è divenuto pertanto oggetto di attenzione da parte delle istituzioni come ad esempio l’Università degli Studi di Catania, che ha investito nella ricerca per aumentare il livello delle conoscenze su tale specie, per la caratterizzazione delle varietà individuate, per la selezione e costituzione di nuove cultivar maggiormente rispondenti alle nuove esigenze del mercato, per la diffusione della consapevolezza dell’importanza delle biodiversità di questa specie anche a fini ornamentali e paesaggistici”. “Anche l’associazione di produttori e promotori del carrubo CAREX Carob Exploiters – ha aggiunto Massimiliano Brugaletta, componente di questa associazione – è particolarmente attiva sul territorio e ha recentemente partecipato al primo congresso sulla carruba, tenutosi a Ibiza, nel quale è stato promosso l’impiego della sua polpa per l’alimentazione umana. Nel ragusano opera da diversi anni un’azienda che produce prodotti alimentari a base di polpa di carrube. I suoi prodotti di nicchia sono molto apprezzati da chi conosce già l’albero e i suoi frutti, in quanto ad esso viene associata l’immagine di un pianta che, nonostante non riceva niente o quasi dall’uomo, continua a fornire anno dopo anno alimento per gli animali e per gli uomini, riparo dal sole estivo e dalle intemperie invernali, protezione delle specie vegetali ed animali legate al suo ecosistema, salvaguardia di aree marginali in cui altre specie stentano a persistere.

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