Fruitnet Media International

Chris White: “Ottime opportunità per l’export italiano in India”

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A margine dell’ultima edizione di Fresh Produce India, svoltasi a fine aprile a Mumbay, abbiamo fatto qualche domanda Chris White, managing director di Fruitnet Media International, sull’andamento del congresso e le possibili opportunità per le aziende italiane.

“Ci sono ottime opportunità per l’Italia in India, ma bisogna visitare il paese”. È, in sintesi, il messaggio di Chris White, managing director di Fruitnet Media International, che ha organizzato recentemente a fine aprile l’ultima edizione di Fresh Produce India, punto di incontro internazionale per gli operatori del mondo ortofrutticolo in questo paese.

Tra i tanti approfondimenti che si sono tenuti nei due giorni di congresso, la relazione di Chris White si è concentrata sull’analisi dei punti salienti del mercato indiano di frutta e verdura, dal punto di vista dei consumi interni, della produzione e dell’importazione (clicca qui per caricare la presentazione).

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Da sinistra: Chris White (Fruitnet Media), Parth Karvat (Yupaa), Ritesh Bhimana (Zespri) e Srinivasa Ramanujan (Adani Agrifresh)

Come è andata l’ultima edizione di Fresh Produce India?

È andata molto bene, la partecipazione internazionale è stata ampia, compresa quella indiana che ormai è presente da molto tempo. Hanno partecipato circa 240 delegati da 20 paesi, il 60% dei quali indiani e il resto provenienti da molti paesi, inclusi alcuni italiani.

Quali sono, in generale, le caratteristiche del mercato indiano per il commercio di frutta e verdura?

È un mercato in forte sviluppo, sia dal punto di vista dei consumi interni che dei prodotti disponibili in questo momento. Questo anche alla luce del fatto che l’India ha cominciato a importare frutta e verdura solo da 20 anni a questa parte. Nonostante l’esistenza di un dazio del 50%, le importazioni crescono. Basta solo pensare alle mele: l’India è diventata tra i più importanti paesi importatori di mele al mondo. Oggi c’è molto interesse a livello internazionale, dovuto anche alla chiusura del mercato russo dopo l’inizio dell’embargo: non a caso sono cresciuti i produttori di mele che sono venuti qui quest’anno provenienti da Belgio, Spagna, Olanda e Italia.

Secondo te quali aspetti dovrebbero presidiare le aziende italiane del settore che vogliono cominciare a esportare in India?

Prima di tutto bisogna pensare al fatto che l’India è un paese enorme, solo a Mumbai ci sono 20 milioni di abitanti. Iniziare già da questa città è un ottimo punto di partenza, cominciando a visitare la città per prendere legami e contatti. Oltre a questo aspetto bisogna considerare che l’Italia, e i prodotti del made in Italy in generale, hanno un’ottima reputazione in India. Basta solo osservare come sia facile trovare pizzerie o bere un caffè espresso. È un fattore che bisogna sfruttare, ma per farlo occorre sforzarsi di capire le abitudini locali e andare lì. Un ultimo aspetto positivo per l’Italia da considerare è che, logisticamente, è posizionato meglio rispetto ad altri paesi come, per esempio, il Belgio o la Polonia.

Il peso del dettaglio tradizionale rispetto alla distribuzione moderna è preponderante

Sì, decisamente. Infatti, capire come funziona la distribuzione in India è un altro fattore da tenere in forte considerazione. In India la grande distribuzione ha una quota di mercato intorno al 5%, il resto appartiene al dettaglio tradizionale. E anche questo, secondo me, è un vantaggio importante per i produttori italiani.

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