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Salutismo e sostenibilità. Ecco i valori dell’ortofrutta secondo Bennet

Reparto Ortofrutta Bennet

Molti i valori da perseguire all’interno del reparto ortofrutta. Ne parla Stefano Broggi, responsabile acquisti

Qualità e freschezza, valori fondamentali e imprescindibili quando si organizza un reparto ortofrutta che dialoghi quotidianamente e costantemente con il consumatore, e poi spazio al grande tema della sostenibilità, tema sempre più centrale e ineludibile.  Sono alcuni dei valori che Bennet, storica insegna della grande distribuzione italiana, mette al centro della sua strategia nel reparto ortofrutta all’interno dei suoi 74 ipermercati distribuiti lungo tutto lo Stivale.

La sfera salutistica è sempre imprescindibile

“Il reparto è il luogo dove, attraverso la componente assortimento, il consumatore prende visione del valore aggiunto intrinseco nei prodotti ortofrutticoli, espressione esplicita della filiera produttiva, a garanzia della qualità del prodotto”, spiega a myfruit.it Stefano Broggi, responsabile acquisti del reparto ortofrutta di Bennet. “Il valore dell’italianità, intrinseca nel prodotto, afferma ancor più l’importanza del comparto stesso”.
Sono molti i valori dei quali l’ortofrutta è portatrice in maniera quasi naturale e che riguardano molti ambiti, da quelli salutistici a quelli sociali. “La sfera salutistica, comprensiva della percezione di quella qualitativa, è ormai ampiamente riconosciuta dalla clientela nell’ambito del consumo quotidiano – spiega Broggi – L’attenzione riservata a questi due valori è sempre alta ed è un punto di forza della nostra attività all’interno del punto di vendita. Solo perseguendo questo percorso si può trovare una collocazione duratura nell’immaginario collettivo del consumatore”.

Sicurezza fa rima con qualità e freschezza

La pandemia ha portato in primo piano il tema della sicurezza, forse all’inizio in modo un po’ scomposto con l’impennata delle vendite dell’ortofrutta confezionata. Cosa sta succedendo ora? “Per quanto riguarda il confezionato si sta tornando a una graduale normalità: la scelta è in gran parte dettata da un bisogno specifico e non tanto dal fatto che la confezione garantisca maggior fiducia nell’acquisto” chiarisce Broggi, secondo il quale il tema della sicurezza fa rima con due precisi valori quando il consumatore sceglie prodotti ortofrutticoli. “Freschezza e qualità: sono le esigenze primarie dei consumatore sul fronte sicurezza. È quindi sempre importante comunicare quanto lavoro viene messo in campo a garanzia di queste due peculiari caratteristiche”. Come? “Facendo conoscere le azioni di controllo programmate con analisi certificate mensilmente a campione sulle merceologie trattate a tutela sia del cliente che della filiera produttiva.

L’attenzione alla sostenibilità ha cambiato il modus operandi

Un altro valore ormai entrato in modo stabile anche nel mondo ortofrutticolo è quello legato alla sostenibilità, che non sembra aver arretrato di posizione durante il periodo più duro dell’emergenza pandemica.

“La consapevolezza rispetto al concetto di sostenibilità, sia essa sociale che ambientale, è stata certamente uno degli argomenti che hanno caratterizzato in modo rilevante le scelte e lo sviluppo del comparto ortofrutticolo, apportando un primo cambiamento ad un modus operandi che cominciava a dare segni di stanchezza”.  Ma se la componente ambientale è più facile da comprendere e comunicare, per quanto riguarda gli espetti etici e sociali bisogna probabilmente chiarire ruoli e ambiti di intervento.

“La sostenibilità ambientale è sicuramente quella più seguita dal grande pubblico poiché mostra con facilità i miglioramenti apportati ai processi produttivi e poi gli effetti che dal campo arrivano fino al banco di vendita”. Diverso il discorso quando si prendono in considerazione gli altri pilastri della sostenibilità. “Sono temi da ricondurre, in prima battuta, ad altri attori del comparto. Sicuramente un lavoro di concerto con la distribuzione è certamente utile per comunicare i valori etico-sociali. Ma è fondamentale la collaborazione all’interno della filiera produttiva, affinché si riesca a informare il consumatore del percorso intrapreso. Solo così si potrà capire, realisticamente, cosa si stia effettivamente realizzando”. 

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