Sono un marchio del distributore e allo stesso tempo un’insegna, sono presenti nei punti vendita del Gruppo Finiper (Unes/U2 e Iper la Grande i) così come su Amazon Prime Now, dove hanno aperto “un negozio” ormai nel 2016.
E l’ortofrutta?
«I nostri clienti hanno aspettative molto alte, complicate da esaudire con frutta e verdura, ma andiamo avanti anche in questo settore».
Roberto Comolli rappresenta un po’ l’anima e il pensiero che sta dietro la scelta dei prodotti a marchio il Viaggiator Goloso, probabilmente la case history più deflagrante all’interno del panorama delle cosiddette MDD da qualche anno a questa parte. E i risultati in termini di notorietà e apprezzamento da parte dei consumatori sono testimoniati dalla crescita di vendite che ha contraddistinto anche l’anno appena passato, con 150 milioni di euro di fatturato, +50% rispetto al 2017.
Il 2018 è stato anche l’anno di partenza con la frutta fresca VG, dopo che nel 2017 questo brand premium era sbarcato nelle zuppe fresche. «L’arancia Ippolito è stato il primo prodotto e ha raggiunto risultati soddisfacenti, è stato un ottimo inizio» ci conferma Comolli, quasi contestualmente alla partenza della stagione 2019 per queste arance rosse siciliane.
Ma la selezione di frutta e verdura è andata avanti durante l’anno con risultati a volte eccezionali, altre volte non all’altezza del marchio. Perché il punto è proprio questo per Comolli:
«Ormai, quando c’è il marchio VG, i consumatori si aspettano di poter dire, dopo l’assaggio: “Wow!”. E con l’ortofrutta non è certo semplice, anche se non impossibile».
Un problema di filiera? «No, direi merceologico. Con il meteo non puoi intervenire. È quello che ci è successo con i meloni la scorsa estate. Fino ad un certo punto sono stati eccezionali, all’altezza del marchio il Viaggiator Goloso, poi ad un certo punto a causa del clima è cambiato tutto: è bastata una settimana di pioggia, le temperature si sono abbassate e il prodotto non è più stato all’altezza». Tolto il marchio VG, i meloni sono stati venduti nel reparto ortofrutta. Insomma, non basta solo essere buono per finire all’interno di questa super selezione.
«Anche con le ciliegie abbiamo ottenuto ottimi risultati. Abbiamo individuato a Vignola varietà, fornitore e durata, che è stata brevissima, solo 7/8 giorni. Ma a noi va bene così: in piena maturazione riesci a vendere ortofrutta VG e soddisfi le esigenze e le aspettative». E quando non ci sono più? «Magari il consumatore si arrabbia, ma ha il ricordo di un prodotto eccezionale, legato al marchio VG».
Una filosofia completamente differente, forse unica in questo momento nel mondo dell’ortofrutta. «Ma io non rincorro la quota con VG nell’ortofrutta. Non mi interessa. È un altro lavoro quello che vogliamo fare noi in questo caso» continua Comolli.
La strada, probabilmente, è quella di individuare colture e varietà dove la percezione della differenza qualitativa ai massimi livelli sia più facile da capire: quindi le ciliegie, ma volendo anche pesche, albicocche e altri frutti, anche se presenti per un periodo veramente limitato nel reparto ortofrutta. «Sempre rispettando il nostro decalogo e sempre con prezzi accessibili».