Focus del mese

Pesche e nettarine europee: non sarà una buona annata

pesche e nettarine

Tutto contro in Spagna, Francia e Italia: clima, carenza di manodopera e misure sanitarie anti-covid. Si salva la Grecia

Europêch ha diffuso ieri (7 maggio) le prime previsioni circa il raccolto di pesche e nettarine in Europa e, purtroppo, un po’ come si è già visto per le albicocche, le notizie non sono buonele condizioni climatiche hanno influito negativamente sulle produzioni in tutti i paesi europei. Inoltre, proprio alla vigilia della raccolta, si è manifestato il gravoso problema della disponibilità di manodopera, motivo di preoccupazione per tutti i produttori. Come se non bastasse, si aggiunge anche l’aggravio dei costi di produzione generati da tutte le misure sanitarie anti-covid necessarie nelle aziende agricole e nei magazzini di lavorazione. In attesa dei numeri, ecco le tendenze per singolo paese, a cominciare dall’Italia.

Italia: le gelate non perdonano, soprattutto in Emilia Romagna

L’inverno appena trascorso è risultato molto mite e nel mese di marzo vi è stata una fase di bel tempo, caratterizzato da temperature sopra la norma che hanno comportato fioriture anticipate, regolari e molto allungate, soprattutto nelle regioni del sud. Ma le ripetute gelate tra la fine marzo ed inizio aprile hanno penalizzato la produttività 2020 sia per pesche che per nettarine. Appaiono danneggiate soprattutto le coltivazioni delle regioni settentrionali, con un impatto decisamente significativo in Emilia Romagna; meno compromesse risultano quelle del Veneto e del Piemonte. Segnalati danni da gelo anche in alcune regioni del sud Italia, in particolare in Campania, ma i bacini produttivi centro-meridionali denotano una problematica da gelo di certo più limitata rispetto al nord.

A livello produttivo sono ancora in fase di elaborazione le stime, ma nelle regioni meridionali a oggi si attendono produzioni in riduzione (non particolarmente significative) rispetto alla buona annata 2019. Più deciso invece sembrerebbe il calo delle produzioni nelle regioni del nord, causato dalla flessione delle superfici in produzione oltre che dalle limitate rese, causa gelate. Attualmente le regioni del sud sembrano evidenziare un’epoca di maturazione simile allo scorso anno, mentre nel nord Italia, sembrano in anticipo. In tema di superfici, si conferma anche nel 2020 la tendenza alla riduzione in atto in Italia ormai da diversi anni, con le flessioni nei principali areali di produzione, causate da espianti non compensati da nuovi investimenti.  Per il 2020 le superfici sono stimate poco oltre i 51mila ettari (totale specie, pesche, percoche, nettarine), -5%  rispetto allo scorso anno.

Grecia: la produzione è salva, incognita manodopera

Nessun impatto sembra esserci sulla produzione greca di pesche e nettarine che, alle prime stime, risulta in linea con quella del 2019. L’andamento climatico, infatti, è stato tutto sommato benevolodopo un inverno mite e siccitoso, si sono verificate piogge in marzo e durante la fioritura. A metà marzo una gelata (-3°C) ha colpito le varietà più precoci, senza arrecare troppi danni a livello globale. Il maltempo si è protratto con piogge e basse temperature fino a metà aprile, il che ha comportato un ritardo rispetto allo scorso anno di 7-8 giorni. Il problema in questa annata è la manodopera, che tipicamente arriva dall’Albania. Quanto alle superfici, quelle delle pesche sembrano diminuire a causa dei bassi prezzi alla produzione degli ultimi tre anni. Il potenziale produttivo delle nettarine sembra invece rimanere stabile o in lieve aumento, perché meglio valorizzate sui mercati. Le percoche si confermano stabili, come del resto le pesche piatte, i cui volumi rimangono molto limitati.

Spagna: allarme manodopera, produzione in calo 

A preoccupare i produttori spagnoli è senza dubbio la mancanza di manodopera, poiché in alcune regioni, come l’Aragona e la Catalogna, il fabbisogno di manodopera straniera è un elemento essenziale. Il problema della manodopera estera e le misure di sicurezza sanitaria richieste, genereranno costi di produzione maggiori del 20-30% sia per la raccolta, sia nei magazzini di lavorazione. Quanto al clima e al suo impatto sulla produzione, in Catalogna le gelate di inizio primavera hanno danneggiato la produzione con perdite (frutti congelati e caduti), penalizzato inoltre lo sviluppo dei frutti presenti. L’impatto è eterogeneo nell’area di Lleida (le aree più colpite sono quelle più vicine ai fiumi e nelle vallate). Danni più evidenti per varietà precoci e medie, in particolare su nettarine e pesche piatte. Oltre alle condizioni climatiche avverse, contribuirà alla diminuzione della produzione anche l’abbattimento delle superfici in atto dal 2019.

Francia: bene le precoci, qualche dubbio per le tardive

Il clima avverso di questo inverno ha avuto un impatto meno significativo su pesche e nettarine, rispetto a quanto accaduto per le albicocche: gli impianti di pesche e nettarine hanno affrontato meglio la mancanza di ore di freddo. Anche le gelate sono state più clementi: hanno infatti interessato i bacini di produzione meno importanti per pesche e nettarine rispetto alle albicocche (valle del Rodano, Vaucluse). Nelle pesche e nettarine si osserva una fioritura normale con un minor fabbisogno di diradamento. Sulle varietà precoci ci si attende un carico di frutti normale, mentre sulle varietà medie-tardive potrebbe esserci un carico di frutti deficitario. Con un diradamento leggero, e con un carico di frutti inferiore, si dovrebbe sviluppare un calibro superiore al normaleQuanto alle superfici, dopo una progressiva diminuzione del potenziale francese, si nota una ripresa negli ultimi 2-3 anni, con un tasso di rinnovo del 7-8%.

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