E’ arrivata la conferma definitiva: il 2020 sarà un anno da dimenticare (anche) per la produzione europea di albicocche. Se quella che fino a ieri era una previsione basata più che altro sulle informazioni giunte dai diversi paesi ora, numeri alla mano, la speranza lascia spazio alle certezze: quest’anno – stando alle previsioni rilasciate giovedì 30 aprile durante la conferenza stampa di Europech – la produzione europea complessiva di albicocche supererà, di poco, le 400 mila tonnellate (401.883, precisamente), il che significa 240 mila in meno rispetto al 2019 (640.452 t).
Per trovare quantitativi così contenuti occorre andare indietro di parecchi anni, precisamente al 2003 e al 1998 quanto i raccolti si attestarono, rispettivamente, a 390 mila e 365 mila tonnellate.
Ma che cosa ha determinato questa debacle? Sul banco degli imputati caldo invernale e gelate primaverili, che hanno pesato su tutte le aree di produzione europea, nessuna esclusa, anche se alcuni paesi pagano uno scotto più alto.
A guidare la classifica negativa è l’Italia, che con le 136.101 tonnellate prodotte quest’anno, perde il 56 per cento rispetto all’anno precedente, un anno molto buono in termini quantitativi – furono 307.303 le tonnellate prodotte – ma dalla qualità discutibile. Più contenute le perdite per Spagna (93.740 vs 110.233), Francia (93.542 vs 132.216) e, soprattutto, Grecia (78.500 vs 90.700).
La campagna 2019 e le richieste del mercato
Prima di entrare nel merito delle previsioni per singolo paese, due parole merita la campagna 2019 definita dai relatori di Europech “complicata a livello commerciale”. Le condizioni climatiche nel nord Europa non hanno favorito infatti i consumi e l’offerta – comunque limitata – non ha trovato acquirenti, il che si è tradotto, in ultima analisi, in una stagione caratterizzata da prezzi deludenti per tutti i produttori europei. In termini di volumi, Francia e Spagna lo scorso anno hanno presentato un potenziale di produzione al di sotto del norma a causa di problemi climatici (gelo, grandine), mentre per l’Italia è stato un anno record, con oltre 300mila tonnellate. Non male la Grecia, con una produzione che ha superato le 90 mila tonnellate.
Un altro aspetto da rilevare riguarda il processo di conversione varietale dei frutteti, in particolare in Spagna e in Italia. E’ stata infatti notata, negli ultimi tre-quattro anni, la scomparsa di varietà tradizionali, a favore di varietà maggiormente corrispondente ai nuovi standard richiesti dal mercato quale, per esempio, la colorazione arrossata o persino rossa.
Italia: produzione 2020 a picco, -56%
Se è vero che la produzione di albicocche prevista per il 2020 è stata fortemente influenzata da vari episodi di gelo verificatisi tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, è altrettanto vero che, prima delle gelate, si era comunque già notata una fioritura meno abbondante del solito. A peggiorare la situazione, anche l’inverno mite, che non ha permesso di raggiungere il quantitativo di ore di freddo necessario.
Tutti questi elementi si sono tradotti in un drastico calo produttivo: secondo le previsioni, la produzione italiana dovrebbe aggirarsi intorno alle 136 mila tonnellate, ossia un pesante -56% rispetto allo scorso anno e un pur grave -40% rispetto alla media del quinquennio 2014-18. A essere particolarmente colpita è stata l’Emilia Romagna che mostra un calo importante: dalle 107mila tonnellate del 2019 alle 11mila tonnellate previste per l’anno in corso.
L’Italia rimane comunque il primo Paese produttore di albicocche in Europa.
Francia: -29%, produzione in calo per il secondo anno consecutivo
Secondo le previsioni, la produzione francese 2020 si attesterà a 93.500 tonnellate, con un calo del 29% rispetto al 2019, che era già stato un anno di deficit. E pertanto, rispetto alla media del quinquennio 2014-18, il calo è del 34%. La Francia segna così il minimo storico.
Anche in Francia il clima è stato determinante: a un inverno eccezionalmente mite sono seguite gelate – soprattutto nelle regioni Vaucluse, Drome, Baronnies, Isère e Ardèche – le quali hanno generato danni significativi o addirittura molto significativi. In termini di precocità, mentre la stagione era iniziata con un vantaggio sulle prime fioriture, il maltempo ha spostato il calendario delle raccolte su date più tradizionali, intorno al 15-20 maggio.
Spagna: -15%, preoccupa la manodopera
In Spagna si prevede una contrazione della produzione 2020 pari al 15% rispetto al 2019 il quale, va detto, non era stato un buon anno: con 110.233 tonnellate, aveva registrato un calo della produzione del 28% rispetto al 2018. Rispetto alla media del quinquennio di riferimento, la produzione 2020 sarà inferiore del 25%.
Anche in Spagna, inutile quasi ribadirlo, a determinare il calo produttivo sono state le gelate e la mancanza di freddo, a cui si è sommata anche la grandine di inizio aprile. Ma a preoccupare ora è la mancanza di manodopera: a rischio la raccolta, l’imballaggio e la commercializzazione delle albicocche (e non solo).
Grecia: -13%, pesano le gelate al nord
Soffre meno la Grecia che, con una previsione di 78.500 tonnellate, perde il 13% rispetto allo scorso anno, ma guadagna il 23% rispetto alla media 2014-18.
A penalizzare il potenziale produttivo 2020 le gelate nella Grecia settentrionale, mentre il sud (Peloponneso) non ha subito danni climatici.
Va inoltre sottolineato che in Grecia si è assistito all’ingresso in produzione di nuovi frutteti e che la raccolta sarà tardiva rispetto al 2019.