Eventi e Fiere

Macfrut, cresce l’attesa. Gli altri? “Destinati all’insuccesso”

IntevistaRenzoPiraccini

A poco più di un mese dal Macfrut ci sono grandi aspettative dopo l’edizione record dell’anno scorso. Piraccini: “C’è grande entusiasmo”. La concorrenza? “Una fiera internazionale non si improvvisa”

Dopo l’edizione del rilancio del 2015, quest’anno tutti i segnali che arrivano lasciano presagire che ci sarà un’ulteriore conferma della nuova formula riminese. Che sensazioni avete a poco più di un mese dal via dell’edizione 2016?

C’è grande entusiasmo, questa edizione sarà molto più grande della precedente, a suo tempo la migliore della storia. Punterà ancora di più sui due cardini del rilancio di Macfrut: internazionalizzazione e innovazione. Devo dire che tutto il settore ha colto lo sforzo che tentiamo di fare assicurandoci una grande collaborazione: le imprese capiscono l’importanza di avere una grande vetrina sul mondo. Una fiera, nell’epoca di internet, ha senso se ha una caratura veramente internazionale. E Macfrut lo è sempre di più.

A Expo 2015 di Milano Coop Italia aveva mostrato la sua idea di supermercato del futuro. Anche voi alla prossima edizione con l’area New Retail Solution aprirete un focus sulle innovazioni nel retail. Come è nata l’idea?

Nel Forum di apertura di Macfrut, già nell’edizione 2015, avevamo dedicato un intera giornata al supermercato del futuro, alle promozioni nel punto vendita, alle esperienze internazionali. Quest’anno abbiamo fatto un passo ulteriore, facendo vedere concretamente come sarà lo spazio vendita 2.0. In collaborazione con Agroter, l’area Sud di ingresso di Rimini Fiera sarà dedicata alle soluzioni innovative con la presentazione sia del prodotto sfuso sia confezionato, corredato di strumenti analogici e digitali per la comunicazione e valorizzazione del prodotto esposto. A fianco quattro grandi aziende presenti a Macfrut riprodurranno altrettante isole per la vendita a libero servizio o assistita dei loro prodotti. A completamento ci sarà un originale banco per la vendita di gelato con l’utilizzo di frutta non più idonea per il consumo fresco.

Il giorno prima dell’apertura vera e propria della fiera al Macfrut Forum verrà dato ampio spazio al retail e alle esperienze internazionali come l’anno scorso. Il gap tra grande distribuzione italiana ed estera è sempre così ampio o qualcosa, soprattutto per l’ortofrutta, pensa si stia muovendo anche nel nostro Paese?  

Nel Forum di mercoledì 14 Settembre proporremo le migliori esperienze internazionali nella gestione del reparto ortofrutta. Il settore è in grande evoluzione e si stanno sperimentando non solo nuovi format espositivi ma anche nuove tecnologie. Le esperienze più innovative vengono dagli Usa e dal Nord Europa, ma anche in Italia la distribuzione manifesta una buona propensione al cambiamento.

Macfrut

Macfrut 2015

Come si articolerà la presenza dei buyer esteri quest’anno a Rimini durante la fiera? Quante presenze prevedete e da quali Paesi?

Per questa 33esima edizione puntiamo ad invitare, ospiti della fiera, 1000 buyer. Oltre alla riconferma dell’Est Europa e del Medio Oriente avremo compratori professionali dal Nord Europa, dal Sud America e da molti paesi asiatici. C’è molto interesse e ci è capitato frequentemente che buyers che volevamo invitare avevano già previsto di partecipare alla fiera per conto loro. Questo è un gran bel segnale che significa che siamo sulla strada giusta per crescere a livello internazionale. Nei 40.000 metri della esposizione avremo oltre 1000 espositori, il 23% dei quali saranno esteri. In sostanza, quasi un espositore su quattro arriva oltre confine. Hanno dato la conferma imprese dall’Egitto, Sudan, Repubblica Dominicana, Cina, Tunisia, Polonia, Messico, Equador, Spagna, Germania, Olanda. A queste si aggiungono tante nuove imprese dall’Albania, Argentina, Colombia, Kenya, Perù e Francia, Costa Rica e Paraguay.  Paese partner sarà il Perù, tra gli Stati più dinamici del Continente Sudamericano, al centro della tre giorni fieristica con focus di mercato, show cooking, ed eventi per la promozione dei prodotti ortofrutticoli peruviani e delle principali imprese ortofrutticole del paese. Con un tasso di crescita del Pil nell’ultimo decennio del 6,1% e una previsione per il biennio 2016-2017 del 5,5, importante è il peso del settore ortofrutticolo. Notevole è l’interesse del Perù per l’importazione di packaging e tecnologie innovative di cui l’Italia è leader a livello mondiale.

All’ultima edizione di Rimini Welness, a inizio giugno, ha annunciato quella che ha definito una “nuova scommessa”, vale a dire l’apertura del capitale di Cesena Fiera agli stakeholder del settore. Per ora c’è stata una manifestazione di interesse da parte di Alimos. Come stanno andando i contatti all’interno della filiera sino ad ora?

C’è tanto interesse da parte degli operatori. Sempre maggiore è la consapevolezza tra le imprese del settore che Macfrut non è semplicemente un appuntamento fieristico, ma uno strumento al servizio della filiera ortofrutticola italiana per favorire innovazione e internazionalizzazione. Se a questo aggiungiamo gli investimenti nella struttura fieristica del quartiere di Cesena pari a 3 milioni di euro, siamo di fronte a un quadro decisamente allettante. Le prime manifestazioni di interesse hanno superato la quota del 40% del capitale sociale, il nostro obiettivo è arrivare al 60%, traguardo alla portata di questo progetto.

Lei ha sempre definito Macfrut come “La” fiera del settore ortofrutticolo. Non manca, però, soprattutto da parte di alcune organizzazioni che si sono già espresse recentemente, una chiara insofferenza verso la possibilità che nel 2017 si possano svolgere due manifestazioni nello stesso mese, con sovrapposizione di date. Come vive questa situazione e come pensa che si possa riuscire, sempre che sia possibile, a trovare una soluzione a breve?

Macfrut è la fiera dell’ortofrutta italiana, le altre iniziative sono destinate all’insuccesso. Una fiera internazionale non si improvvisa. Come ho già detto in altre circostanze l’obiettivo dei nostri concorrenti non è quello di costruire una fiera alternativa dell’ortofrutta – tentativi fino ad oggi andati piuttosto male – ma convincerci a diventare itineranti e svolgere l’evento nei loro quartieri fieristici. In linea di principio non sono contrario, ma servono proposte in grado di farci cambiare idea. Penso che Rimini abbia una serie di plus che altri non hanno: quartiere moderno, prezzi di pernottamento imbattibili, logistica servita dai Frecciarossa, sede di altre grandi manifestazioni internazionali. A tutto ciò aggiungo un ulteriore plus di Cesena Fiera: noi siamo una fiera senza muri. Non siamo solo organizzatori di una fiera, siamo parte della filiera ortofrutticola.

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