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Conip: “Il riciclo è un modello efficiente e sostenibile”

A Macfrut il Consorzio nazionale imballaggi plastica presenta un nuovo studio sulla sostenibilità del suo modello

A livello di impatto ambientale, il riciclo delle cassette di plastica utilizzate nel settore ortofrutticolo, è migliore o peggiore del loro riuso? La demonizzazione generale della plastica, e degli imballaggi in plastica in particolare, ha una matrice sostanzialmente ideologica o si basa su reali dati scientifici? Sono alcuni dei temi che hanno animato l’affollato incontro organizzato dal Conip, il Consorzio nazionale imballaggi plastica, all’ultima edizione di Macfrut. Obiettivo: fare sia il punto sulle nuove norme UE su riduzione, riuso e riciclo, approvate in via definitiva a fine aprile, e illustrare i risultati di uno studio che ha valutato gli impatti ambientali relativi alla fase d’uso e rigenerazione delle casse per ortofrutta riutilizzabili rispetto all’intero ciclo di vita delle casse “usa e recupera” 100% riciclate realizzate dai suoi consorziati. 

Lo studio (clicca qui per scaricare la versione integrale), presentato dall’ingegner Massimo Lombardi, ha preso in considerazione i risultati dello studio realizzato dal Gruppo di ricerca AWARE del Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, che ha preso in considerazione la valutazione del ciclo di vita delle cassette in PP a sponde abbattibili utilizzate prevalentemente nel settore ortofrutticolo, e lo ha confrontato, dopo una sorta di omogeneizzazione dei dati, con lo studio LCA avente ad oggetto le casse “Usa e Recupera” e la relativa EPD di Settore S-P-09896 Cassette in PP riciclato “Usa e Recupera” 360g, pubblicata a ottobre 2023.

Il riciclo è meno impattante rispetto al riuso

Quello che impatta di più a livello ambientale, sia in uno scenario conservativo o meno, superando l’80%, è certamente il trasporto” ha sottolineato inizialmente Lombardi. Gli impatti relativi al reintegro delle casse (11,73%) superano quelli energetici (2,5%). Tenendo in considerazione anche le casse disperse, ovvero quelle che per vari motivi risultano mancanti ad ogni ciclo di rigenerazione, sebbene l’indice nel caso delle casse a sponde abbattibili sia molto basso (1,64%), rispetto a quelle “Usa e Recupera” del sistema Conip (30%), “il reintegro delle casse disperse incide per oltre il 10% degli impatti della fase di uso e rigenerazione, superando di oltre 4 volte gli impatti energetici della fase di lavaggio” afferma lo studio.

Ipotizzare il riuso nel caso delle casse di Conip sarebbe insostenibile. Nello studio, che considera ininfluente il numero di utilizzi previsti per le casse a pareti abbattibili (impossibile quantificarle), l’impatto della sola fase d’uso e rigenerazione risulta maggiore dell’intero ciclo di vita di quelle “Usa e recupera” (0,401kg CO2e) del 32,9% nello scenario più conservativo e del 139,9% nello senario opposto. “Secondo tali risultati il ciclo chiuso di riciclo gestito dal Conip per le casse Usa e Recupera risulta essere meno impattante da un punto di vista ambientale rispetto a qualsiasi ipotesi di loro riuso” conclude Lombardi, che comunque sottolinea  come il mercato delle casse a pareti abbattibili sia molto differente da quello delle casse “Usa e recupera”.

Nel 2023 è salito al 75% il tasso di riciclo di imballaggi Conip

Secondo Fabiola Mosca, presidentessa di Conip, la prima bozza del regolamento europeo sugli imballaggi non solo imponeva maggiori obblighi e divieti contro quelli in plastica rispetto a quelli in cartone, ma non considerava i risultati raggiunti da 25 anni di riciclo, come quelli portati avanti dal sistema closed loop del consorzio. “Il sistema a circuito chiuso ha raggiunto risultati importanti. Nel 2022 abbiamo recuperato il 72% degli imballaggi, nel 2023 siamo saliti al 75%. Quindi il nostro sistema è efficace ed efficiente, sostenibile, e porta a vantaggi ambientali ed economici”.
Nonostante la versione definitiva del regolamento europeo sia certamente più morbida nei confronti degli imballaggi in plastica, secondo la presidentessa di Conip non mette tutti allo stesso livello. “C’è un clima di demonizzazione nei confronti della plastica che ha portato a scelte idologiche. Non è il materiale in sè il problema, ma la gestione del fine vita. Va spinto il discorso del riciclo”.

Da perfezionare gli impatti sulla filiera ortofrutticola

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, sottolineando il lavoro fatto per modificare il regolamento europeo, ha evidenziato le criticità rappresentate dai trasporti nei confronti dell’impatto ambientale e i risultati virtusi raggiunti dal riciclo della plastica in Italia. “Oggi siamo il primo paese a livello Europe come riciclo e non possiamo essere paragonati al nord europeo. La prima bozza della normativa avrebbe portato alla delocalizzazione del confezionamento fuori dai paesi EU, aumentando l’impatto di emissioni con l’aumento poi dei trasporti”.
Il nuovo regolamento, si augura il presidente di Coldiretti, può essere ancora raddrizzato con la nuova legislatura. “Diciamo che si siamo riusciti per il 70%, in alcuni casi non siamo ancora soddisfatti. Dovremo perfezionare sopratutto gli impatti che riguardano il settore ortofrutticolo”.
All’incontro di Conip era presente anche l’on. Salvatore De Meo, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo, che ha avuto un ruolo decisivo nei cambiamenti al regolamento sugli imballaggi che poi hanno portato alla versione definitiva. “L’Italia in questo caso ha fatto sistema: ho raccolto 200 firme sugli emendamenti che ho presentato. Tutto quello fatto sul riciclo non poteva essere cancellato. Ho trovato incomprensione rispetto al modello Conip, ho cercato di spiegarlo, ma non ha trovato margini di negoziazione: loro intendono solo il ciclo aperto, non quello chiuso. La prossima legislatura dovrà tornare a ragionare”.

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