Tutto è iniziato da una certezza. Vendiamo il nostro vino perché vendiamo i nostri territori, raccontiamo i nostri territori. E come vendere (ed esportare) ancora di più la nostra frutta e in particolare l’uva da tavola? Raccontando i nostri territori. Da questa convinzione Lorenzo Frassoldati, direttore Corriere Ortofrutticolo, ha aperto i lavori de “Uva da tavola: una eccellenza tra tradizione e innovazione“, convegno a chiusura di Regina di Puglia 2023, il progetto-evento che ha coinvolto aziende della produzione, buyer e giornalisti.
La volontà di raccontare questo territorio, siamo a Noicattaro (Bari), l’hanno concretizzata ufficialmente oggi otto comuni: Noicattaro, appunto, Adelfia, Casamassima, Mola di Bari, Rutigliano, Turi, nel Barese, con Castellaneta e Grottaglie, in provincia di Taranto.
“La costituzione di una rete tra i Comuni volta alla valorizzazione e tutela del prodotto uva da tavola e dei territori coinvolti nella sua produzione è una iniziativa senza precedenti per il comparto nazionale e che ha avuto il supporto della città metropolitana di Bari e della Regione Puglia con delibera ad hoc”, ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia.
L’assessore ha anche annunciato a myfruit.it l’avvio dal prossimo settembre di una nuova piattaforma logistica che prevede l’integrazione del porto di Taranto con l’aeroporto di Grottaglie. Partirà da qui il primo volo cargo diretto nei paesi asiatici con un container misto di prodotti agroalimentare. “Un buon esempio di sinergia efficace tra pubblico e privato”, ha precisato Pentassuglia.
Numeri importanti da mettere a valore
A Mario Schiano Lo Moriello il compito di inquadrare il settore con i dati. Numeri importanti: Puglia e Sicilia rappresentano il 94% della produzione italiana, più di un miliardo di chili; 665 milioni di euro in campagna; oltre 700 milioni di euro anno il valore delle esportazioni, pari al 14% dell’export nazionale di ortofrutta, e secondo solo alle mele. Il 46% dell’uva è destinato all’export, anche se concentrato in Europa. Extra-Ue solo il 2 per cento. Ma i margini di crescita sono enormi, in pochi anni si potrebbe arrivare a superare il miliardo di euro.
Cosa serve per crescere? “Iniziative di promozione e di incoming – ha detto Mario Schiano – Protocolli di intesa tra le istituzioni, superare il campanilismo e lavorare in squadra”. In altre parole, programmazione, innovazione, concentrazione e segmentazione dell’offerta.
Innovazione varietale, aggregazione, Igp e terminal cargo a Grottaglie
Siamo in un territorio vivace, che molto sta facendo e organizzando per l’uva da tavola. Giacomo Suglia, presidente Apeo, ha ricordato il valore della ricerca a livello locale, con la creazione di tre consorzi che fanno ricerca e sviluppo di nuove varietà in collaborazione con il mondo scientifico: Nuvaut, Grape & Grape e Italian Club Variety.
Donato Fanelli, consigliere Cut-Commissione Uva da tavola, ha ricordato come la commissione rappresenti la filiera in maniera verticale, portando avanti le istanze e le esigenze della filiera nel mondo. Come accade, per esempio, con i Dossier export di mele, pere, kiwi: “Per andare in Cina bisogna essere organizzati, non è che i colleghi spagnoli siano contenti di andare soli. Ma bisogna fare sistema e avere infrastrutture che supportino le attività. Per l’uva ora Puglia, Sicilia e Basilicata interagiscono e iniziano a comparire i primi dati catastali”.
Francesco Mennea, Consorzio Uva di Puglia Igp ha ricordato l’importanza della certificazione di prodotto a garanzia dell’origine pugliese, mentre Maria Francesca Cardone, ricercatrice del Crea, ha sottolineato l’attenzione del mondo della ricerca alle esigenze del mondo produttivo e illustrato il progetto Pofacs dedicato ai prodotti ad alto contenuto di servizio, in particolare in ottica di shelf life.
Stefano Cavicchia, manager di Gefsa Aeroporto di Grottaglie, ha annunciato da fine settembre l’avvio del terminal cargo nell’aeroscalo tarantino che riguarderà l’uva da tavola solo per la parte finale della stagione.