Sala gremita questa mattina in Fiera a Bolzano per la seconda giornata di Interpoma Congress, dedicato a un tema molto attuale come quello della raccolta robotizzata.
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano, in Italia l’agricoltura 4.0 è un mercato in continua crescita, che ha registrato una vera e propria esplosione negli ultimi due anni, passando da 540 milioni di fatturato del primo semestre 2020 a 1,6 miliardi nel 2021. Le soluzioni di agricoltura 4.0 maggiormente utilizzate dagli agricoltori italiani sono i software gestionali e sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine.
Oggi a Bolzano i principali produttori mondiali di robot per la raccolta delle mele hanno presentato le loro innovazioni. Siamo ancora in una fase di (avanzata) sperimentazione, ma i risultati sono incoraggianti.
Peter Ferguson (Advanced Farm) ha aperto i lavori parlando di macchine che procedono con 1.000/1.500 stacchi/ora ottimizzate per interfila di 2,75/3,5 metri di interfila. “Al coltivatore che prende a noleggio l’intera flotta di macchinari, non serve laurea, il funzionamento è semplice e un unico operatore può gestire 3 o 4 macchinari alla volta. Serve solo per invertire senso di marcia”.
Per Ferguson il successo arriva dalla alleanza tra grandi tecnologie e aziende partner innovative. Collaborando insieme, infatti, nascono nuove idee per nuovi robot. Non solo per la raccolta ma anche per la potatura, il diradamento, e altre applicazioni ancora.
Ma la domanda è: “Quando andremo oltre i progetti e le dimostrazioni in campo e i robot diventeranno commercialmente validi?“. “Usarli cinque ore al giorno non è conveniente”, ha chiarito Ferguson. Per questo oggi c’è il noleggio a costo mensile fisso, un incentivo a sfruttare al massimo questi macchinari. Ma nel giro di tre anni tutto potrebbe cambiare.
Elia Bruni (Aigritec) ha ricordato anche che la robotica serve anche a migliorare il lavoro, non solo a sostituirlo. C’è necessità di ridurre i costi – e la raccolta incide più di tutti, ma ci sono anche irrorazione e diradamento – ma anche di procedere con l’agricoltura di precisione, utilizzando – appunto – robotica e intelligenza artificiale. Così si accelera in sostenibilità, visto che parliamo del 70% in meno di acqua e del 90% in meno di CO2. Oltre al 40% in più di raccolto.
Tra 5 e 30 ettari la dimensione aziendale ottimale, con il picco individuato nei 20 ettari. “Sopra i 20 ettari forse serve più di una macchina, ma abbiamo la risposta anche per l’Alto Adige che ha una media di 3,5 ettari per azienda”, ha precisato Bruni ricordando anche anche i gruppi di acquisto.
Avi Kahani (FFRobotics in Isreale) – che già pensa alla raccolta dei cassoni lasciati in mezzo ai filari – ha sottolineato l’importanza di differenziare il lavoro delle macchine a seconda della varietà da raccogliere. E, di nuovo, ha ricordato che i robot sono utili non solo per la raccolta ma anche per diradamento e potature. Insomma un vero e proprio ciclo del meleto.
Il tasso di ammaccature è inferiore al 5% nel 2022, ma l’obiettivo è arrivare a sviluppare: collaborazione con coltivatori (ogni idea lungo il processo è utile), team aziendale di talento (contributo indispensabile), input di qualità dagli operatori delle macchine (per es. è stato suggerita l’introduzione di strumenti di protezione dell’udito), partners (collaborazioni strategiche con Automated Ag e Maf Roda). “Per arrivare sul mercato, dobbiamo lavorare sull’aspetto quantitativo (orario per cassone), e servirà qualche anno ancora per ottimizzare tutto ma nel frattempo il mercato sarà pronto per investire decine di migliaia di dollari nelle nostre tecnologie”, ha commentato.
Chao Chen (Monash University) ha descritto la sua Monash apple retrieving system (Mars). “La robotica è una alternativa interessante alla manodopera. Ma la loro efficienza non è pari a quella dei lavoratori umani. La sfida principale è la complessità. Il robot fa operazioni continuative ma nella realtà niente è identico (pensiamo al calibro, al colore delle mele), quindi dobbiamo lavorare per semplificare per quanto possibile la complessità”.
Allo stato attuale Mars raccoglie 9,5 mele al secondo con danni alla buccia inferiori all’1%. Ora si lavora prima di tutto per migliorare le performance del robot e diminuire i costi, poi per cercare di soddisfare i requisiti degli agricoltori. Dopodiché si partirà con la commercializzazione vera e propria.
Un patrimonio di progetti ed esperienze, lezioni dal passato e spunti per il futuro sono arrivati anche da Han Smits di Munckhof ( azienda attiva da 136 anni nel mercato, gli ultimi 60/70 dei quali dedicati al settore ortofrutticolo), che ha parlato di raccolta robotizzata autonoma, e da Hunter Jay, Ripe Robotics (Australia).
Ha chiuso i lavori Yaniv Maor, della israeliana Tevel Aerobotics Technologies che ha introdotto la platea alla raccolta di nuova generazione, vale a dire i robot autonomi volanti. Maor ha illustrato la sperimentazione avviata in Piemonte nell’azienda Rivoira. La rivoluzione agricola è iniziata, a noi (alle imprese agricole) il compito di decidere il ruolo che avrà.