Quattro giorni dedicati a business, formazione e networking per la 34esima edizione di Sana, Salone internazionale del biologico e del naturale che ha portato a BolognaFiere 700 espositori, 19 collettive straniere e oltre 150 buyer da 30 Paesi del mondo grazie al supporto di Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Bene il pubblico: in crescita del 50% rispetto al 2021, nonostante l’evento abbia assunto per la prima volta quest’anno un chiaro orientamento al B2B.
“Migliaia di operatori e professionisti qualificati hanno scelto di essere presenti a Sana, consapevoli che quello di Bologna è il più importante appuntamento in Italia, e tra i principali in Europa, per restare aggiornati sulle tendenze e le prospettive per il comparto del biologico e del naturale”. Ha dichiarato Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere. “È stata l’edizione della vera ripartenza – ha commentato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio – che ha fatto incontrare di nuovo in presenza tutti gli operatori del settore, le istituzioni e i principali interlocutori a partire dal mondo scientifico”. Bene anche il mercato. “Siamo soddisfatti dell’andamento dei consumi biologici che nonostante guerra, pandemia e siccità hanno continuato anche quest’anno la loro crescita in special modo nel consumo fuori casa”. Ha concluso Roberto Zanoni, presidente AssoBio. In attesa della 35° edizione, in programma dal 7 al 10 settembre 2023, l’appuntamento è per il prossimo 23 settembre con la Giornata europea del biologico, in occasione della quale sono in programma una serie di eventi in città realizzati a cura di FederBio nell’ambito del progetto di promozione e valorizzazione del biologico Being Organic in EU.
Il biologico che taglia i consumi di un terzo
Con la crisi energetica è boom per l’agricoltura biologica che consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti diffusa al Sana 2022 con le esperienze innovative dei giovani agricoltori bio.
Con le mele bio il taglio dei consumi è del 45%
Tante le esperienze virtuose, evidenziate da Coldiretti Cuneo: si va dall‘uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale, ma in alcuni caso, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.
L’analisi di Federbio
L’Italia si conferma leader del biologico in Ue. I numeri presentati a Rivoluzione Bio Osservatorio Sana 2022 hanno evidenziato che le superfici coltivate a biologico hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari, crescendo del 4,4%, con un’incidenza sulla SAU nazionale del 17,4%, la più alta in Ue. Il nostro Paese mantiene anche il primato del numero di operatori 86.144, in aumento del 5,4% rispetto al 2021.
Punto critico, la battuta d’arresto dei consumi domestici che, secondo i dati dell’Osservatorio Sana, sono diminuiti dell’0,8% mentre, dopo il periodo pandemico, si registra una decisa crescita (+53%) dei consumi fuori casa. In grande espansione l’export del biologico italiano, che vola al +16%.
FederBio sostiene l’urgenza di tornare a far crescere i consumi domestici utilizzando al meglio gli investimenti stanziati per il biologico. Occorre, inoltre, un cambio di paradigma che spinga verso un modo di consumare cibo più consapevole e sostenibile, con meno sprechi, basato sulla stagionalità e sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori.
Il biologico per la transizione ambientale
C’è uno stretto legame tra il cambiamento di modello agricolo e il consumo alimentare: la svolta della transizione ecologica non riguarda solo la produzione, ma anche il consumo e il mercato. Il biologico rappresenta lo strumento per modificare le abitudini alimentari. Occorre fare maggiore attenzione agli sprechi, ancora troppo elevati, e alla stagionalità degli alimenti, in particolare in questa fase di difficoltà delle famiglie legata alle emergenze energetica, alimentare e climatica. L’equilibrio tra produzione e consumi è fondamentale per bilanciare domanda e offerta e per centrare l’obiettivo del 25% di SAU coltivata a biologico entro il 2030.
Fonte: Sana, Federbio, Coldiretti