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Il kiwi in Italia: limiti produttivi, opportunità e globalizzazione

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Autore Redazione

Macfrut 2022 si arricchisce di contenuti: il 6 maggio l’iniziativa del Gruppo di lavoro Actinidia della Soi

Dopo oltre tre anni di pausa forzata, dovuta alle difficoltà organizzative generate dalla pandemia, e dopo l’ultimo incontro organizzato a Latina nel marzo 2019 (“L’actinidia al tempo dei cambiamenti climatici”), il Gruppo di lavoro Actinidia della Soi – Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana ripropone un incontro di aggiornamento sull’actinidia in occasione di Macfrut 2022 a Rimini. Appuntamento il 6 maggio secondo il programma riportato sotto.

L’actinidia rappresenta un comparto con un notevole potenziale di sviluppo se si considera il crescente apprezzamento dei consumatori e il fatto che rappresenta ancora una frazione ridotta della produzione di frutta fresca su scala mondiale.
Il trend positivo delle superfici destinate ad actinidia e delle produzioni su scala globale supporta l’idea che l’actinidia suscita un notevole e continuo interesse colturale e mercantile in tutto il mondo, Italia compresa.

Una vocazione italiana

Oggi l’actinidia comprende una serie di specie e varietà che si differenziano per colore della polpa, dimensioni e forma dei frutti; molto sentita è la necessità di differenziare il calendario di maturazione, raccolta e commercializzazione; gli aspetti del “post-harvest” saranno sempre più strategici per favorire il trading mondiale, nel cui ambito il nostro Paese ha dimostrato di saper giocare un ruolo da protagonista.

La vocazionalità dell’Italia per questa specie è ampiamente dimostrata dalla sua collocazione fra i principali produttori mondiali. Tale condizione, unitamente alla buona remunerabilità dimostrata in questi ultimi anni, costituisce una buona base di partenza per un ulteriore sviluppo e potenziamento del comparto. Non va sottovalutato nemmeno il ruolo economico e sociale (per l’intera filiera e per l’indotto), attuale e futuro, del kiwi in Italia.

La razionalizzazione della tecnica colturale, in un’ottica di sostenibilità e miglioramento della qualità del prodotto, può contribuire all’incremento degli standard produttivi e qualitativi del kiwi italiano e ad un suo posizionamento commerciale competitivo; è però necessario reindirizzare la tecnica agronomica verso questi nuovi obiettivi. La Soi  ritiene che la comunità tecnico-scientifica di cui è composta, rispettando la propria mission, debba sostenere il settore dell’actinidia promuovendo l’interazione fra il mondo della ricerca, gli imprenditori e i professionisti del comparto per contribuire al consolidamento e allo sviluppo dell’intera filiera.

Obiettivi prioritari del Gruppo di lavoro Actinidia della Soi, coordinato da Cristos Xiloyannis, sono quelli di individuare, analizzare e proporre gli aspetti innovativi più funzionali alla filiera, a partire dall’assetto varietale (sempre più dinamico), dalla tecnica colturale, per arrivare a conservazione e commercializzazione. Favorire e migliorare la circolazione delle idee e dell’innovazione non potrà che contribuire al miglioramento della redditività del comparto.

Fonte: Soi

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