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A FuturPera 2021 seconda giornata dedicata all’informazione tecnica

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Autore Redazione

World Pear Forum: interessante approfondimento su cambiamenti climatici e nuove frontiere nella lotta a fitopatologie e cimice asiatica

Le problematiche più rilevanti per il settore, dai cambiamenti climatici alle fitopatologie che hanno provocato ingenti cali produttivi, sono state le protagoniste assolute della seconda giornata di FuturPera – Salone internazionale della Pera. Sono state ampiamente affrontate durante il convegno del World Pear Forum, con l’obiettivo di fornire soluzioni concrete ai problemi più stringenti come le gelate primaverili e di dare una prospettiva ai frutticoltori per la lotta a maculatura bruna – una patologia fungina molto difficile da debellare – grazie alla ricerca scientifica.

Durante la prima sessione del convegno si è ha fatto il punto sugli effetti dei cambiamenti climatici sulla frutticoltura con il docente e climatologo Massimiliano Fazzini che ha spiegato come in Italia stiano aumentando i fenomeni atmosferici estremi: in sostanza cade la stessa quantità di pioggia ma aumentano i fenomeni più intensi e distribuiti solo in determinati periodi. A seguire Gioele Chiari del Cer – Canale emiliano romagnolo ha parlato dell’uso dell’irrigazione per proteggere le colture dalle gelate e di climatizzazione con le ventole per riscaldare le piante e proteggerle dalle basse temperature nelle fasi vegetative più delicate. A seguire Giuseppe Todeschini della Regione Emilia-Romagna ha parlato di tutte le risorse a disposizione dei frutticoltori per prevenire avversità climatiche e venire risarciti in caso di danni. Proprio in questi giorni, infatti, la conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera a risorse per 52,3 milioni di euro per l’indennizzo dei danni causati alle aziende agricole emiliano-romagnole dalle gelate tardive della primavera scorsa, che si aggiungono ai 13 milioni di euro di rimborsi per le gelate 2020 in erogazione a dicembre, per un totale complessivo di oltre 65 milioni di euro.

Se i cambiamenti climatici hanno provocato, quest’anno, cali produttivi fino a 80% di prodotto, le pere non sono state risparmiate dalle fitopatologie che, già da molti anni, affliggono il comparto: maculatura bruna e cimice asiatica. La seconda sessione del World Pear Forum ha trattato, dunque, “I grandi temi che affliggono la pericoltura” con un focus sulle ricerche sostenute da Oi Pera nell’ambito della sua attività di rilancio del settore e realizzate da Fondazione Fll.Navarra di Ferrara, Crpv (Centro ricerche produzioni vegetali) di Cesena e Agri2000.

Anche l’ultima parte del convegno dal titolo “Il green deal e le ultime frontiere della frutticoltura”, ha illustrato alcune promettenti ricerche scientifiche nel campo della genetica delle piante e delle biotecnologie per limitare l’utilizzo della chimica come chiede, appunto, il green deal europeo che prevede di eliminare le emissioni di CO2 in atmosfera entro il 2050. Tra le ricerche più innovative esposte nel corso del Forum c’è sicuramente quella basata sul silenziamento genico dell’dsRNA delle piante – su un procedimento molto simile sono stati prodotti i vaccini per il Sars-Cov-2 – per “spegnere” letteralmente il gene che provoca la maculatura bruna. Una tecnica all’avanguardia, che nulla ha a che vedere con gli Ogm e che consentirà di combattere i danni più ingenti al comparto pericolo e dare una nuova prospettiva a livello tecnico e produttivo alle aziende.

Il messaggio del World Pear Forum per Cso Italy

Le nuove tecnologie di breeding e di lotta ai patogeni, anche se sono il risultato di anni di ricerca e sperimentazione rigorosi, destano ancora dubbi e perplessità nell’opinione pubblica. Soprattutto nell’opinione di chi non è del settore. E’ quanto affermato da Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche, che dopo aver fatto riferimento allo stato dell’arte della legislazione, che ancora ne limita l’utilizzo, ha sottolineato le potenzialità di queste tecniche pur nella consapevolezza di una necessaria riflessione, che però deve partire prima di tutto dalla loro conoscenza reale e non da preconcetti.

Ad avere una posizione precisa ed autorevole su queste tecnologie è stato Gianni Amidei, presidente OI Pera, intervenuto come relatore nella seconda sessione del convegno: “Si ha molta paura di parlare di silenziamento genico e di tecniche analoghe – ha commentato Amidei – ma per quanto possa essere alto il rischio di essere criticati, dobbiamo parlarne sempre di più e senza timore, perché questa è l’unica strada percorribile. La pericoltura è sì espressione di aziende fortemente specializzate nella coltura specifica, ma è anche un’importante componente di tante aziende multi-prodotto e concorre a portare un equilibrio all’interno dell’economia del settore ortofrutticolo in generale. Per questo, il crollo della produzione di pere danneggia un’enorme fetta del comparto produttivo globale e non possiamo permettere che ciò avvenga”.

Le conclusioni sono spettate a Stefano Boncompagni, del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna: “Parto da un dato significativo: se nel 1993 avevamo a disposizione 1.064 molecole per difendere le produzioni, nel 2021 ne abbiamo 321, perché tutte le altre sono state vietate. Se a ciò sommiamo il fatto che ogni giorno, insieme ai milioni di tonnellate di ortofrutta che viaggiano quotidianamente in ogni parte del mondo, entrano nel nostro Paese patogeni di ogni tipo (sono circa 100 all’anno i nuovi organismi nocivi che arrivano in Italia), appare chiaro che dobbiamo imparare a difenderci”.
Boncompagni ha incalzato: “C’è ancora tanta strada da fare, ma oggi finalmente possiamo presentarci alla pubblica opinione semplicemente dicendo: stiamo lavorando per risolvere un problema”.

La posizione di Boncompagni è apparsa nettamente attraverso questa affermazione: “La preoccupazione nel percorrere questa strada può esserci e, anzi, deve esserci, perché richiede profonda cautela e prudenza, ma questa preoccupazione non deve spaventare di più di quella del non percorrere questa strada, perché non percorrerla può significare vedere morire un intero e importante comparto produttivo”.

Allerta clima

Il convegno è stato l’occasione per spunti e riflessioni importanti anche su altri temi di primaria importanza.
Nella sessione dedicata ai cambiamenti climatici e gli effetti sull’ortofrutta, Massimiliano Fazzini, docente di climatologia e rischio climatico dell’Università di Camerino e Ferrara, ha sottolineato con dati puntuali e oggettivi l’innalzamento delle temperature e la diversa distribuzione delle precipitazioni che tendono a diventare sempre più estreme; Gioele Chiari, divulgatore scientifico del CER (Canale Emiliano Romagnolo) si è concentrato sui sistemi antibrina e sulla climatizzazione, come metodi che possono essere efficaci per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, ma che presuppongono una forte specializzazione nel metodo di utilizzo. Infine Giuseppe Todeschini della Regione Emilia-Romagna ha fatto una disamina efficace su agevolazioni e ristori che l’ente pubblico mette a disposizione dei produttori.

Maculatura bruna e cimice asiatica

La seconda sessione è stata dedicata ai risultati delle ricerche sui grandi problemi che affliggono la pericoltura da diversi anni. Dagli interventi è emerso chiaramente che la lotta al momento è un insieme di azioni sinergiche.

Green Deal

Infine, nella terza sessione, sul Green Deal e le nuove frontiere della pericoltura, Simona Rubbi di CSO Italy ha sottolineato l’importanza di percorrere nuove strade per la sostenibilità che deve essere anche economica. Da questo concetto Francesca Negrini dell’Università di Bologna, Luca Casoli del Consorzio fitosanitario di Modena e Reggio Emilia hanno spiegato le potenzialità delle nuove biotecnologie basate sul silenziamento genico contro la Maculatura Bruna del pero, in particolare dell’esperienza iniziata quest’anno e supportata oltre che dalla Regione Emilia-Romagna anche da OI Pera.

In questa sessione interessante anche l’intervento di Stefano Masini dell’Università di Roma Tor Vergata che ha preceduto le conclusioni di Stefano Boncompagni.
Al termine della giornata, Paolo Bruni, presidente Cso Italy, non ha nascosto l’estrema difficoltà della situazione all’interno della quale la fiera si è svolta, ma ha anche evidenziato una fiducia profonda verso la manifestazione: “Abbiamo svolto questa edizione di Futurpera in un contesto tra i più drammatici della pericoltura italiana. Non si era mai registrato, infatti, un calo produttivo del 70% come quest’anno. Ciò nonostante, la presenza copiosa e convinta degli standisti e la presenza attiva e attenta di centinaia e centinaia di persone ai vari convegni che si sono succeduti, dimostrano una forte e precisa volontà di voler continuare ad investire in questo settore”.

“Spero – ha concluso Bruni – che le notizie che siamo riusciti a dare in questi giorni su strumenti del rischio, cambiamenti climatici, ricerca, biotecnologie, agricoltura 4.0, assicurazioni, nuove strategie commerciali e altro siano utili per dare un nuovo corso e una nuova speranza alla pericoltura italiana”.

Fonte: FuturPera – Cso Italy

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