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Agroalimentare: risorse e condizioni politiche per la crescita del settore

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Autore Redazione

Aumenta l’export dei prodotti italiani a indicazione geografica. La finanza pronta a sostenere la svolta digitale ed ecosostenibile

Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali è intervenuto oggi alla seconda giornata di Cibus: “Sono contento di essere qui a Parma. Ripartono finalmente le fiere e gli eventi in presenza, ed è una grande soddisfazione per me, ministro del settore più trainante dell’economia italiana. Abbiamo risorse e abbiamo una condizione politica che ci consente di fare alcune cose che nella normalità non sarebbero possibili. Abbiamo avuto una stagione che mi auguro sia alle spalle, che ha messo in luce alcune fragilità dei nostri sistemi produttivi. Aver inserito una parte significativa di risorse nel Fondo complementare per il sostegno alle filiere è stata un’azione giusta”.

Il ministro ha parlato alla tavola rotonda “Made in Italy agroalimentare e le indicazioni geografiche: le strategie per spingere la crescita”, curata da Food Trend Foundation.

Le esportazioni delle Indicazioni geografiche italiane stanno aumentando, rappresentando circa il 25% di tutto l’export alimentare, per un valore annuo di dieci miliardi di euro, sui 40 miliardi del settore (dati Federalimentare). Mauro Rosati, di Origin Italia, ha ricordato che l’Italia ha 876 Ig, 315 nel settore cibo e 526 in quello del vino. In questo settore operano 180mila imprese e 285 Consorzi di tutela. A livello europeo, un quinto dell’export scaturisce dalle Ig europee.

L’europarlamentare Paolo De Castro, coordinatore S&D alla Commissione agricoltura, ha preso la parola dichiarando: “Il New Green Deal e la strategia Farm to Fork lanciata dalla Commissione Ue devono puntare al rafforzamento delle politiche di qualità. E questo è un obiettivo confermato dalla riforma della Politica agricola comune che entrerà in vigore da gennaio 2023. La Commissione presenterà entro l’anno due Regolamenti, sulla promozione e sulle Ig. Ci auguriamo che questi facciano leva sulle filiere certificate italiane che sono alla base delle nostre eccellenze agroalimentari”.

Nello stesso convegno è intervenuto Giampiero Maioli, responsabile del Crédit Agricole in Italia, sottolineando: “Siamo orgogliosi di essere azionisti e banca ufficiale di Fiere di Parma, nonché di aver contribuito al suo sviluppo e rilancio. Solo con una grande piattaforma di presentazione dei prodotti a livello internazionale come Cibus si può competere sui mercati globali. Tuttavia, non ci sarà successo del made in Italy se non ci sarà il successo del Paese. Oltre alle esigenze dei consumatori, l’industria agroalimentare dovrà tenere sempre più in considerazione la dimensione sostenibile. La finanza sta mettendo al centro dei criteri valutativi di concessione del credito i parametri ESG. Su questo aspetto Crédit Agricole rappresenta un’avanguardia: in tutti gli scoring ed i rating inseriremo questi parametri, considerando anche trasparenza della governance e grado di digitalizzazione delle imprese”.

Nel corso della tavola rotonda è intervenuto anche Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad che ha detto, tra l’altro, che Conad è contraria a tutte le semplificazioni, inclusa l’etichetta nutrizionale Nutriscore, e che eventualmente è pronta a lanciare una campagna di informazione per i consumatori su questo sistema di etichettatura.

Fonte: Cibus

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