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La Cut su innovazione e tutela della proprietà intellettuale

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Autore Redazione

Al webinar organizzato dalla Commissione Uva da tavola si è parlato di Green New Deal

Mercoledì si è svolto in Puglia l’incontro organizzato dalla Commissione italiana Uva da tavola e dedicato ai suoi associati, la cui tematica è stata: Green New Deal, sviluppo dell’innovazione e tutela del diritto intellettuale nella filiera dell’uva da tavola.

Sono intervenuti, in qualità di relatori, Claudio Cocozza e Matteo Spagnuolo, coordinatori dei lavori del Comitato tecnico scientifico, composto da tecnici ed agronomi del settore, che, in sinergia con la Cut, si occupa di studio e divulgazione di innovazione, modernizzazione delle tecniche agronomiche e diffusione della sostenibilità ambientale nel comparto dell’uva da tavola e l’avvocato Vincenzo Acquafredda , dello studio Trevisan & Cuonzo, in qualità di esperto di diritto intellettuale e tutela delle privative vegetali.

Ad aprire i lavori, Paolo De Castro, il quale  ha richiamato l’attenzione sulla assoluta necessità di fare comparto e affrontare insieme, facendo sistema, le sfide della nuova strategia ambientale della politica europea, che comporta ricadute imprescindibili sulla attività agricola e dunque anche sulla produzione di uva da tavola.

De Castro ha precisato che il Green Deal non va percepito dal settore agricolo come uno spauracchio per il reddito delle imprese e per il futuro della produzione, ma , anzi, come una opportunità per rendere ancora più virtuoso il modo di fare agricoltura del nostro territorio, e valorizzare ancor più la qualità delle produzioni di uva da tavola made in Italy in Europa e nel mondo.

In questa direzione, coerentemente con le indicazioni proposte dalle strategie comunitarie, il sistema dell’uva da tavola si è dimostrato subito reattivo, stilando un Protocollo di intesa, tra i tecnici del Cts e i rappresentanti della filiera produttiva dell’uva da tavola, che vede la condivisione di obbiettivi misurabili, concreti e raggiungibili per il comparto, nell’ottica di esaltare la salubrità delle tecniche produttive, la sostenibilità ambientale delle produzioni di uva da tavola, la salvaguardia del territorio e delle risorse naturali, la biodiversità (vedi all.to). Si tratta di propositi importanti per la realizzazione dei processi di modernizzazione del comparto che difatti trovano ampio spazio negli ambiziosi progetti del costituendo Distretto dell’Uva da tavola, nell’ambito della transizione culturale verso l’obbiettivo Agricoltura 4.0.

Per quanto attiene poi la ricerca e lo sviluppo dell’innovazione per le produzioni di uva da tavola, di particolare importanza ed efficacia è stato l’intervento dell’avvocato Acquafredda, il quale, ha commentato per primo il recentissimo provvedimento (n. 29679 del bollettino del 24 giugno) dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato: l’avvocato ha chiaramente rimarcato l’assoluta necessità di evitare passi falsi come quello che alcuni produttori hanno fatto in quella sede, ricorrendo all’autorità garante ed invocando l’applicazione di pratiche sleali da parte delle società di breeding e di alcuni importanti operatori commerciali del territorio.

Il parere dell’Agcm infatti è stato lapidario, rispedendo di fatto al mittente le argomentazioni portate a sostegno del proprio ricorso in quanto ritenute prive di fondamento e rilevanza. L’Autorità ha inoltre rilevato l’assenza dei requisiti necessari per l’applicazione della normativa di cui all’art. 62 del D.L. 1/2012 ed ha verificato nel merito l’esistenza di un quadro documentale che non conferma le condotte ipotizzate a carico delle parti. Questo episodio ha purtroppo senz’altro contribuito a indebolire la Filiera dell’Uva da tavola.

Molto meglio per il settore, ha puntualizzato Acquafredda, è dedicare le proprie energie a fare ricerca, lavorare in partnership con le società di breeding, accogliere le innovazioni essenziali per il recupero della competitività del sistema produttivo italiano dell’uva ad tavola e programmarne il futuro.

Opinione questa decisamente condivisa dagli associati della Commissione italiana Uva da tavola, che infatti sin da subito hanno manifestato la loro intenzione di sostenere ricerca ed innovazione e creare i presupposti per un costruttivo confronto con i breeders italiani ed esteri, affinchè le nuove varietà di uva da tavola possano essere sperimentate, validate, distribuite sul territorio e valorizzate dal territorio sui mercati, sempre all’interno della disciplina sulla tutela della proprietà intellettuale e nel pieno rispetto da parte di tutti gli attori delle regole delineate dalle leggi che normano l’esercizio del diritto di privativa.

Acquafredda, a tal proposito, ha condiviso con la platea presente e con i partecipanti collegati da remoto, le dinamiche principali attinenti alle modalità di esercizio del diritto alla moltiplicazione di materiale vegetale brevettato, alla possibilità di utilizzo di un marchio registrato ai fini commerciali , quando è attribuito ad una varietà di uva da tavola, nonché alle caratteristiche di distintività che deve sempre avere un marchio, affinché sia valido ed efficace, non mancando nel fornire esempi significativi, ampiamente supportati anche dalla recente giurisprudenza, proprio in ambito di privativa vegetale.

Fonte: Commissione italiana uva da tavola

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