Eventi e Fiere

Cina e Italia: confronto in salsa Digital

Ottantasette le aziende cinesi presenti in fiera. De Castro: “Grande apertura, ma anche grande attenzione agli standard europei”

Renzo Piraccini, presidente di Macfrut e di Cesena Fiera

“Siamo pionieri di un progetto dalle grandi potenzialità: ringrazio gli amici cinesi per aver scelto Macfrut Digital per promuovere la loro filiera ortofrutticola in Europa”. Così Renzo Piraccini, presidente di Macfrut e di Cesena Fiera, ha aperto i lavori del forum “Panoramica del settore ortofrutticolo Cina- Europa” andato in onda, ieri, in diretta streaming, sulla piattaforma della fiera digitale. In particolare, il presidente ha fatto riferimento all’interesse, da parte delle aziende italiane, all’import di alcuni prodotti, quali l’aglio secco, lo zenzero e la frutta essiccata, ma anche alle potenzialità dell’export: “Con Macfrut – ha concluso Piraccini – cercheremo di favorire i rapporti, anche a manifestazione conclusa”.

Import, export e nuove opportunità

Ma Hongtao, membro del ministero agricoltura e affari rurali della Repubblica Cinese

Ma Hongtao, membro del ministero Agricoltura e affari rurali della Repubblica Cinese ha ricordato, con i numeri, il solido rapporto che esiste tra Cina e Vecchio Continente: “Ogni anno dalla Cina verso l’Europa arrivano un milione di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, il 24% dell’export totale. Di queste, 136mila tonnellate sono destinate all’Italia“.

E pertanto, visto i rapporti consolidati tra i due paesi, non stupisce che a Macfrut Digital siano presenti 87 aziende cinesi, con più di 70 referenze ortofrutticole: “Grazie a Macfrut speriamo di poter costruire nuove strade – ha concluso – Abbiamo una nuova missione: collegare la Cina all’Europa e, in particolare, all’Italia”.

Gianpaolo Bruno, direttore Agenzia Ice di Pechino

Gianpaolo Bruno, direttore Ice Agenzia (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) di Pechino, ha reso tangibile la consistenza del mercato ortofrutticolo cinese e l’importanza di import ed export: “La Cina ha venduto, nel 2019, 195 milioni di tonnellate di frutta e 200 milioni di prodotti orticoli. Il valore dell’import è pari a 13 miliardi di dollari americani: l’Italia è al 25esimo posto della classifica, con una quota di mercato inferiore all’1%, ma si tratta di una percentuale destinata a crescere“. E, infatti, confrontando il 2019 con il 2018, si registra un incremento del 20%: “Nonostante l’emergenza sanitaria – spiega Bruno – nel 2020 l’import è aumentato del 9%: guardando all’Italia, se si confronta il primo semestre 2020 con lo stesso periodo dell’anno precedente, l’incremento è del 75%”. Ma che cosa importa l’Italia dalla Cina e che cosa esporta? Nel primo caso soprattutto durian, ciliegie, banane, nel secondo kiwi freschi.

Concludendo il suo intervento, Bruno ha ricordato due aspetti: il crescente diffondersi di canale di vendita alternativi – dunque e-commerce e marketplace – e le barriere, ancora esistenti, per le aziende che desiderano esportare in Cina: “I negoziati – ha ricordato – possono durare anni. Al momento sono approvati i protocolli riguardanti arance rosse, kiwi, spezie, conserve e nocciole, ma le istituzioni sono al lavoro per approvarne di nuovi“.

De Castro: “Grande apertura, ma grande attenzione”

Paolo De Castro, vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo

“Un maggior dialogo con la Repubblica Cinese significa maggiore opportunità per i nostri operatori e pertanto abbiamo salutato con grande felicità l’apertura per le esportazioni di kiwi italiano recentemente autorizzate – ricorda Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo – Dunque da parte dell’Europa grande apertura, ma anche grande attenzione perché non ci siano squilibri nei rapporti commerciali in tema di sicurezza alimentare: l’Unione europea ha introdotto norme molto severe, che si devono confrontare con quelle meno restrittive di altri paesi”.

A fine lavori, uno spazio è stato dedicato al confronto tra aziende italiane e aziende cinesi, le quali hanno potuto confrontarsi su prodotti, procedure, certificazioni, controllo e quant’altro utile per favorire gli scambi. Tre le aziende italiane intervenute, Canova con Andrea Raggi, Del Fanti con Andrea Zannoni e Besana con Pino Calcagni.

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