Hanno recuperato e soprattutto diffuso una quarantina di varietà di mele, pere, susine e ciliegie di cui si era persa la memoria, marginalizzate e abbandonate con la modernizzazione. Un lavoro imponente quello del Comitato Biodiversità del paese di Dorgali che nei giorni scorsi ha impiantato su un terreno comunale e grazie ad un finanziamento sempre del Comune un frutteto dedicato alla frutta antica: il “Parco Biodiversità Su Craminu“.
Un’esperienza di custodia della memoria storica/genetica, più l’animazione attraverso il coinvolgimento delle scuole, che in Sardegna – esiste anche una legge specifica – ha dato vita a 35 comitati che oltre alla frutta cercano, catalogano e coltivano varietà orticole del passato.
«Si tratta di un lavoro ad alto contenuto sociale, quando organizziamo delle giornate dedicate dove si distribuiscono le piante molte persone ci indicano nuove varietà presenti nei loro campi» spiega Fabio Fancello, tecnico dell’agenzia regionale LAORE, che segue il comitato. «In questo fenomeno, molto rilevante nella provincia di Nuoro, c’è una componente ecologica di conservazione genetica anche perché alcune varietà producono frutti non proprio gradevoli – sottolinea il tecnico -. Ma l’obiettivo è anche creare impresa».
La frutta nei menù degli agriturismi
È lodevole la ricerca archeo-botanica, ma non dispiacerebbe una valorizzazione economica. «A Dorgali – un paese di circa 8 mila abitanti, ndr – nella metà dei circa venti agriturismi aperti si utilizzano questi frutti. In alcuni casi vengono offerti come frutta oppure molte varietà sono interessanti quando vengono trasformate come marmellate», continua Fancello che crede in una ricaduta di mercato per questi frutti che possono contare sul valore dell’unicità ed originalità.
Una funzione nutraceutica
Un altro elemento interessante di alcune varietà è data dalla loro funzione nutraceutica, ovvero dalla alta concentrazione di polifenoli che permettono un benefica azione antiossidante. Una caratteristica sempre più richiesta da un mercato dove la componente salutistica ha assunto un gran valore.
La materia prima non manca e sono sempre gli operatori agro-turistici che scommettono sulla frutta della tradizione. «Non mancano curiosità – conclude Fancello – come una varietà di anguria che si trova nel vicino paese di Irgoli, a polpa gialla e soprattutto tardiva. Si può raccogliere a dicembre. Poi le mele di San Giovanni disponibili già a giugno». Notizie interessanti anche per uno sviluppo commerciale della piccola filiera.