Una risposta ai problemi del trasporto marittimo potrebbe essere il trasporto sottomarino. La pensa così la start-up britannica Oceanways, la quale ha messo a punto un prototipo di sottomarino cargo che, oltre a trasportare la merce senza inquinare – è alimentato a idrogeno verde – raccoglie anche le microplastiche che trova sul suo cammino.
Il contributo del governo britannico
La progettazione del sottomarino cargo si inserisce in un programma più ampio del governo britannico, che prevede di raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo emissioni zero per i trasporti via mare. Per rendere concreto il progetto, il Regno Unito ha quindi stanziato un contributo di 23 milioni di sterline per tutte quelle soluzioni in grado di dare un aiuto concreto a centrare l’obiettivo. A Oceanways sono spettate 380mila sterline.
Il sottomarino sotto la lente
Il sottomarino cargo è completamente autonomo (ma può essere comandato anche a distanza) ed è in grado di trasportare un container da 20 piedi su distanze brevi. Il suo primo viaggio vede interessata la tratta Londra-Amsterdam, ossia una distanza di 400 chilometri a una profondità di 50 metri. Ma l’autonomia teorica di mille chilometri fa ben sperare per future rotte di lungo raggio.
Sono numerosi i vantaggi del sottomarino cargo: oltre alle emissioni zero, il prototipo può navigare anche in acque poco profonde, dove le classiche imbarcazioni rischierebbero di incagliarsi. Inoltre, grazie a particolari filtri in microfibra posti sui lati, è in grado di raccogliere le microplastiche che incontra sul suo percorso, contribuendo così a ridurre un problema dalla portata enorme. Rispetto a una nave, il sottomarino cargo è sicuramente più silenzioso e più pulito. E, secondo quanto dichiarato dal costruttore, anche più sicuro e più stabile. Infine può viaggiare indipendente dalle condizioni atmosferiche: la navigazione sottomarina permette quindi di evitare rinvii delle spedizioni causati delle cattive condizioni meteo e del mare.
I limiti
Si tratta di un progetto ad alto tasso di intelligenza artificiale e big data: sensori di vario tipo supportano diverse funzioni, dalla navigazione, alla gestione delle comunicazioni, passando per l’individuazione dei diversi ostacoli che il sottomarino trova sulla sua rotta. Il che necessita di infrastrutture solide, in grado di supportare lo scambio continuo e sicuro di una mole importante di dati. E poi c’è il limite dell’idrogeno verde, la cui produzione su larga scala stenta a decollare, anche per via dei costi.