Antica varietà campana a maturazione medio-tardiva, l’albicocca Pellecchiella è caratterizzata da frutti di pezzatura medio-grande, buccia di colore giallo-arancione chiaro così come anche la polpa, che è spicca (non aderente al nocciolo), soda e molto dolce. E’ considerata tra le cultivar più interessanti presenti sul mercato e l’Aop Luce ne ha fatto una sua punta di diamante.
“Abbiamo sempre trattato questo prodotto, ma in quantità molto limitate e solo per i clienti del sud Italia – ricorda Serena Pittella, responsabile marketing dell’Aop Luce – Dall’estate scorsa, però, abbiamo esteso la commercializzazione a livello nazionale, nell’ottica di offrire un paniere sempre più completo di prodotti tipici campani ai nostri clienti della grande distribuzione organizzata. La confezioniamo in diversi formati, flowpack e clamshell, con un mini-depliant informativo che spiega le peculiarità dell’antico frutto. E, in effetti, l’interesse per la Pellecchiella è crescente, al nord e al sud”.
Una eccellenza per pochi
La commercializzazione inizia intorno al 20 giugno e termina verso il 10 agosto. “E’ una varietà rustica, ama il caldo e ha una buona tenuta nel post-raccolta – aggiunge Serena Pittella – Pertanto, è pratica da gestire anche nella lavorazione e nel punto di vendita (dove arriva confezionata, raramente sfusa, ndr). Le quantità disponibili però sono ridotte, sia per l’areale vocato piuttosto circoscritto, sia per la resa per ettaro inferiore alle nuove varietà di albicocche”.
Originaria delle pendici del Vesuvio, dove il terreno vulcanico ricco di minerali e potassio nutre e infonde sapore ai frutti, la Pellecchiella è stata successivamente impiantata in alcune zone del Casertano proprio per aumentarne i volumi disponibili, che restano comunque limitati.
Il prezzo è più alto di circa il 30% rispetto alle varietà più commerciali con le quali, però, non entra proprio in concorrenza, date le sue caratteristiche distintive. “E’ una nicchia che viaggia per la sua strada senza entrare in sovrapposizione con le altre tipologie di albicocca“, conclude Serena Pittella.