Il bilancio è pesante, ma potrebbe esserlo di più. Secondo le stime di Coldiretti, le grandinate di questi giorni stanno mettendo a rischio la produzione nazionale di frutta estiva, già duramente compromessa dalle gelate primaverili. Il diffondersi delle protezioni antigrandine ha però contribuito a limitare le perdite. A essere colpite dal maltempo sono le regioni del nord, teatro di eventi la cui frequenza e intensità sono inediti.
Fenomeni frequenti e intensi
Coldiretti ha infatti monitorato l’andamento meteo degli ultimi dieci anni e ha rilevato quanto segue: l’estate 2021 registra fino a oggi il maggior numero di tempeste di ghiaccio dell’ultimo decennio, con un record negativo di 386 eventi. Furono 31 i fenomeni nel 2012, 27 nel 2015. L’incidenza diventa più marcata dal 2018 in poi, quando si registrarono 92 grandinate; circa il doppio (198) nel 2019, 120 nel 2020. “A cambiare è anche la dimensione dei chicchi di grandine – sottolinea la confederazione – che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis nei casi di eventi estremi come quello che si è verificato ieri in Emilia sulla A1″.
Danni in Emilia, si salva la Romagna
E le conseguenze della grandinata che si è abbattuta nel tratto tra Parma e Fiorenzuola sono note: automobili danneggiate e traffico in tilt per gran parte del pomeriggio, per il maltempo è stato necessario chiudere l’autostrada.
Colpito anche il Bolognese: da una prima ricognizione di Confagricoltura Bologna si sono registrati danni soprattutto sulla zona nord-orientale della provincia di Bologna, vicino al confine con il territorio di Ferrara, in particolar modo nelle località di Altedo, Baricella e Malalbergo. Per molte colture la perdita si somma a quella delle gelate primaverili: secondo quanto rilevato da Confagricoltura Emilia Romagna, si registrano danni a pere e mele sia nel Bolognese sia nel Ferrarese, con epicentro a San Bartolomeo in Bosco e a Riva del Po, località Alberone dove i danni arrivano fino al 30 per cento. A Voghiera e Portomaggiore compromesso il raccolto di cocomeri e meloni. Le reti anti-grandine hanno evitato perdite più ingenti, come conferma, tra gli altri, Claudio Martelli, titolare dall’azienda agricola Martelli di Castelfranco Emilia (Modena), che produce pere: “Ci siamo salvati perché abbiamo le protezioni”. Salva la Romagna. Come fa notare Rita Biserni, international marketing del gruppo Alegra: “Qui da noi (Faenza, Ravenna) non ha nemmeno piovuto”.
Lombardia, Confagricoltura: “Assicuratevi”
“Le nostre aziende agricole sono in ginocchio – commenta Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia – La grandine e i nubifragi hanno scoperchiato i tetti, divelto impianti fotovoltaici e danneggiato in maniera irrevocabile le colture agricole. Dalla Valtellina a Brescia in tutte le province lombarde si sono registrati smottamenti, allagamenti e frane. Invito tutti gli imprenditori agricoli ad assicurarsi con i consorzi di difesa. Stiamo raccogliendo tutte le segnalazioni dalle unioni provinciali per poi fare sintesi e comunicare alle istituzioni regionali le principali difficoltà affinché si trovino presto aiuti concreti per i nostri imprenditori agricoli”.
“Ho chiesto al ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli, la deroga e le necessarie risorse per la copertura finanziaria della misura di aiuto, in modo tale che le imprese agricole sprovviste di polizze assicurative possano beneficiare dei ristori – dichiara l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Fabio Rolfi – Le risorse previste nel decreto sostegni bis sono largamente insufficienti a fronte dei danni ingenti registrati già con le gelate di aprile e poi aumentati con le grandinate di questi giorni. Serve un incremento di risorse affinché gli indennizzi siano adeguati ai danni arrecati. Bisogna affrontare in maniera rapida e concreta il tema del fondo catastrofale, ossia la creazione di un fondo assicurativo nazionale che possa coprire con le risorse della politica agricola i danni alle aziende colpite da maltempo, in maniera più diffusa ed efficace rispetto alle attuali condizioni assicurative”.
Piemonte indenne all’ultima grandinata
Dopo le violente grandinate di un paio di settimane fa, ieri il Piemonte si è salvato: “La grandine delle scorse settimane per fortuna non ha compromesso la produzione – sintetizza Simone Bernardi, presidente di Lagnasco Group – Anche perché quest’anno dobbiamo già fare i conti con i quantitativi ridotti di pesche e nettarine”.
Trentino: meleti e vigneti ad alto rischio
In Trentino Alto Adige a essere interessati dal maltempo sono soprattutto i meleti e i vigneti in Val di Non, Rotaliana, Alta Valsugana e Val di Cembra: “La prima ondata di maltempo aveva colpito oltre 500 ettari di terreni coltivati e questa ulteriore ondata ha recato altri danni che stiamo quantificando con i nostri tecnici – conclude il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, Gianluca Barbacovi – In questo momento la caduta della grandine è l’evento più temuto dagli agricoltori perché si abbatte sulle colture prossime alla raccolta con danni irreversibili”.