Tutto è partito da una sorta di scommessa, perché il “pallino” dell’agricoltura Gian Franco Cavallotto lo ha sempre avuto, nonostante per oltre quarant’anni abbia lavorato come agente assicuratore. Così, quando a 66 anni compiuti è arrivato il momento della sua pensione, non ci ha pensato due volte a intraprendere una nuova vita e una nuova attività, plasmando finalmente il suo sogno: un’azienda di nocciole tutta sua e, ovviamente, nelle sue Langhe. Così è nata “Altalanga” di Alba (Cuneo), una realtà che annovera già diversi primati e che soprattutto, numeri alla mano, è una delle apprezzate in tutto il mondo, quando si tratta di scegliere nocciole di qualità. Myfruit.it ha conosciuto più da vicino questa realtà.
Signor Cavallotto, come è nata e come si è sviluppata la sua azienda agricola?
Tutto è cominciato otto anni fa, quando sono andato in pensione dopo 40 anni di lavoro come agente d’assicurazione. In accordo con mio figlio, che oggi continua a lavorare in ambito assicurativo, e nonostante mia moglie mi desse del pazzo, ho fatto emergere la testardaggine del contadino di Langa che c’è in me. Partendo da zero, mi sono costruito pezzo per pezzo la nostra azienda da 55 ettari di noccioleto. Ovviamente ho dovuto acquistare da diversi proprietari: avrò fatto almeno una trentina di rogiti. Ma sono molto soddisfatto, anche perché ben presto siamo diventati un brand molto conosciuto, essendo stati peraltro la prima azienda agricola con tutta la filiera biologica certificata nel settore delle nocciole delle Langhe. Quattro anni e mezzo fa abbiamo inoltre aperto il nostro laboratorio di trasformazione, con annesso negozio per la vendita al dettaglio, nel centro storico di Alba, e oggi abbiamo 15 dipendenti tra campagna e laboratorio. Per un’azienda agricola non sono pochi.
Cosa proponete sul mercato?
Anche a livello di offerta, abbiamo fatto subito una scelta ben precisa, introducendo un ampio numero di referenze. Abbiamo così nocciole sgusciate crude, tostate, tostate e salate, ricoperte di cioccolato e caramellate. Inoltre proponiamo farina e granella, olio di nocciola, pasta (anche con miele bio), creme spalmabili, tartufi, torte e altri prodotti di pasticceria. Sempre, naturalmente, a base di Nocciola del Piemonte Igp biologica delle Langhe. Tra le ultime novità, abbiamo introdotto tre mesi fa una pralina di nocciola al cioccolato al latte, che va ad aggiungersi alla nostra pralina al cioccolato fondente.
Come è andata la produzione 2020?
Purtroppo la gelata primaverile del 25 marzo scorso ci ha preso la metà del raccolto. A fronte di una produzione che in Piemonte è stata abbastanza buona, quindi, chi come noi si trova in alta collina (intendo 600-700 metri di altitudine) dove si producono peraltro le nocciole migliori, ha dovuto fronteggiare questo calo di produzione. In ogni caso siamo soddisfatti dei risultati ottenuti, nonostante la minore produzione e l’emergenza pandemica: anche lo scorso anno abbiamo realizzato oltre 1 milione di euro di fatturato, aumentando il giro d’affari del 3%. Poi c’è un altro elemento da valutare: gran parte dei nostri impianti sta entrando in produzione proprio adesso, perché quando ho iniziato sono partito spesso da impianti nuovi. Ci aspettiamo dunque un notevole incremento proprio a partire da quest’anno.
Quante nocciole lavorate?
Ci attestiamo sui mille quintali, di cui la metà di nostra produzione e l’altra metà sempre di Nocciole Piemonte Igp biologiche, che trattiamo sempre come le nostre e che essicchiamo al sole e non con l’essiccatore, per evitare choc termici. Con l’entrata in piena produzione dei nostri impianti, la percentuale di prodotto lavorato di nostra produzione è destinata senz’altro a salire.
A quale clientela vi rivolgete?
Da un anno e mezzo a questa parte abbiamo dato un grande impulso all’e-commerce, grazie al quale vendiamo un po’ in tutta Europa. Ora non passa giorno che non abbiamo almeno due – tre nuovi ordini da evadere. Del resto, io credo molto nella vendita di prodotti alimentari di qualità con questa modalità. E questo risultato, peraltro, lo abbiamo ottenuto senza avere una forza commerciale alle spalle, se non quella formata dal sottoscritto e dalla mia segretaria. Siamo noi, infatti, che prendiamo contatto con i clienti, poi il resto lo fa il passaparola e, soprattutto, la qualità della nostra produzione. In questo modo riusciamo anche a spuntare prezzi più alti rispetto alle normali quotazioni, perché siamo coscienti della qualità che vendiamo. Tra i nostri clienti ci sono diverse pasticcerie, gelaterie, cioccolatieri e negozi online soprattutto stranieri. Dobbiamo anzi considerare che l’80% del nostro fatturato proviene dall’estero.
Quali sono i Paesi in cui vendete maggiormente?
In primis la Germania, poi molto interessanti sono anche Francia, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio, Danimarca e Svezia. Si tratta in linea generale di paesi che hanno un potere d’acquisto maggiore rispetto all’Italia e che hanno compreso, più del consumatore italiano, la qualità che c’è nelle nostre nocciole. Tanti maître chocolatier svizzeri, francesi o belgi, ad esempio, hanno iniziato a utilizzare le nostre nocciole, quando prima utilizzavano quelle turche.
Cosa differenzia la produzione piemontese da quella turca?
Questo è un discorso molto lungo. Semplificando al massimo, potrei dire senz’altro le caratteristiche organolettiche intrinseche alla varietà Tonda Gentile, ma anche la maggiore cura nella coltivazione e soprattutto nelle fasi di raccolta ed essicazione. Da noi, infatti, si effettuano almeno due passate a livello di raccolta per evitare che il frutto, rimanendo a lungo a terra, si carichi di umidità, cosa che favorisce lo sviluppo di aflatossine, nocive per la salute. In Turchia, invece, spesso viene ancora eseguita la raccolta manuale con una sola passata a fine caduta.